Cambiare politica sui rom
Gentile sindaco,
(…) Oggi, la giunta che lei guida ha l’opportunità concreta di avviare un processo, tanto rivoluzionario quanto urgente, per i rom e per l’intera città. Come sa, il 16 dicembre scorso i 137 rom abitanti del «villaggio attrezzato» di via della Cesarina sono stati trasferiti nel centro di accoglienza denominato “Best House Rom”, in via Visso, dietro disposizione dell’Assessorato al Sostegno Sociale e alla Sussidiarietà di Roma Capitale. Il «villaggio attrezzato» di via della Cesarina era stato inaugurato il 27 agosto 2003 per accogliere temporaneamente circa 150 persone di etnia rom provenienti dalla Bosnia e dalla Romania. Da anni il progressivo degrado delle condizioni strutturali dell’insediamento ha comportato gravi problemi relativi alla condizione igienico-sanitaria e alla sicurezza degli abitanti (…). Tale situazione ha motivato il trasferimento dei rom nella struttura “Best House Rom” di via Visso. I rom sono quindi stati trasferiti da un «villaggio attrezzato» a un capannone industriale, classificato dall’Agenzia del Territorio come categoria C2, ossia “utilizzato per il deposito di merci”; una struttura priva dei requisiti strutturali e organizzativi minimi previsti dalla normativa vigente che disciplina le strutture socio-assistenziali nella Regione Lazio, in cui ogni famiglia vive in condizioni degradanti, in una stanza di circa 12 mq priva di finestre e di luce naturale. Il trasferimento è stato giustificato dall’Amministrazione Comunale «per motivi di ristrutturazione e adeguamenti temporanei» dell’insediamento di via della Cesarina. Il Comune di Roma ha infatti espresso la volontà di impiegare nei prossimi mesi, attraverso un bando pubblico, ingenti risorse economiche per il rifacimento ex novo del «villaggio attrezzato» di via della Cesarina e trasferirvi nuovamente i 137 rom che prima lo abitavano. Ciò significa che le risorse investite dall’Amministrazione comunale, prima per l’accoglienza nel “Best House Rom” e poi per il rifacimento del nuovo «villaggio attrezzato» di via della Cesarina, avranno come unico esito la riconferma della segregazione dei rom all’interno di ghetti etnici, quali sono i “campi nomadi” a Roma.
Questa scelta politica ci sembra assolutamente sbagliata almeno per due motivi. In primo luogo, il rifacimento ex novo del «villaggio attrezzato» di via della Cesarina significherebbe che la giunta da lei guidata intende reiterare quella politica di segregazione dei rom nei “campi nomadi” (…). Numerosi organismi nazionali e internazionali hanno ripetutamente denunciato tale politica come contraria al diritto internazionale e agli obblighi sottoscritti dall’Italia in materia di lotta alla discriminazione, alla cui attuazione le amministrazioni locali non possono sottrarsi. (…)
Occorre tra l’altro notare come la segregazione dei rom, attraverso l’offerta di “campi nomadi” come unica soluzione abitativa riservata alle famiglie rom indigenti, vada di pari passo con la loro esclusione sociale e il mancato accesso alle “case popolari” che permetterebbero la loro integrazione. Si tratta di due facce della stessa medaglia, coniata dalla precedente giunta capitolina e poi fatta propria dall’attuale. La seconda ragione per la quale riteniamo profondamente sbagliato procedere al ricollocamento dei rom nel «villaggio attrezzato» di via della Cesarina riguarda (…) l’efficacia della spesa pubblica. Secondo i dati emersi da una ricerca condotta dall’Associazione 21 luglio, l’Amministrazione capitolina spende una cifra superiore a 2.500.000 euro annui per la gestione del “Best House Rom”. Ciò significa che la spesa lorda annua per una famiglia di 5 persone accolta in questa struttura è di circa 40.000 euro. Se a questa cifra si somma l’importo per la ristrutturazione del “campo” di via della Cesarina, si può ragionevolmente ipotizzare che l’intera operazione avrà un costo superiore ai 60.000 euro per ogni famiglia, qualora il nuovo insediamento venga realizzato entro il mese di giugno 2014. Quindi la spesa stimata di 1.500.000 euro servirà a ricollocare i rom in un nuovo «villaggio attrezzato» (…). Per questo (…) le proponiamo di riconvertire l’ingente somma economica già impegnata per l’accoglienza dei 137 rom nel “Best House Rom” e il rifacimento dell’insediamento (più di 60.000 euro per famiglia) in veri progetti di inclusione sociale (…). Nell’attesa che tali nuove politiche possano essere messe in atto, le chiediamo di adoperarsi affinché alle famiglie attualmente accolte nel Best House Rom possa essere offerta al più presto una soluzione alternativa adeguata, dignitosa e non discriminatoria.
Amnesty International Italia, Associazione 21 luglio, Associazione Zajno, ATD Quarto Mondo, Bottega Solidale, Casa dei Diritti Sociali, Cittadinanza e Minoranze, OsservAzione, Popica Onlus, Rete Territoriale Roma Est, Osservatorio sul Razzismo e le Diversità “M.G. Favara” — Università Roma Tre
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