Bunus Subito lo sconto Irpef da 640 euro. Per il 2015 risorse da trovare

by redazione | 19 Aprile 2014 9:09

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ROMA — Il bonus diventa a cifra fissa ma lascia fuori i redditi più bassi. L’ultima versione, ancora provvisoria, del decreto legge approvato ieri dal Consiglio dei ministri cambia di nuovo le regole della «quattordicesima», come l’ha chiamata lo stesso Matteo Renzi. Il provvedimento riguarda solo il 2014, gli effetti si vedranno a partire dalle buste paga di maggio. Ma il governo dice che il bonus ci sarà anche nel 2015 e che le risorse saranno indicate nella legge di Stabilità, da approvare a fine anno.
Bonus uguale per tutti
Il bonus riguarda solo i lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato. Come previsto non ci sono i pensionati. Mentre, a differenza di quanto annunciato nei giorni scorsi, restano fuori i cosiddetti incapienti, cioè le persone che hanno un reddito fino a 8 mila euro lordi l’anno e per questo non pagano le tasse. Nella fascia da 8 mila fino a 24 mila euro lordi l’anno il bonus è uguale per tutti, confermano al ministero dell’Economia: 80 euro netti al mese in più. Una somma che quest’anno, moltiplicata per gli 8 mesi che vanno da maggio fino a dicembre, vale 640 euro. Tra i 24 e i 26 mila euro lordi l’anno il bonus c’è ancora ma il suo valore scende molto velocemente. Una sorta di cuscinetto che serve solo a evitare che, proprio per effetto del bonus, chi ha un reddito più basso scavalchi chi ne ha uno leggermente più alto. In tutto le persone coinvolte sono 10 milioni.
Le bozze degli ultimi giorni e anche il testo arrivato sul tavolo del Consiglio dei ministri indicavano una soluzione diversa: il bonus pieno da 80 euro doveva riguardare solo 6,5 milioni di persone, quelli nella fascia di reddito compresa fra i 16 mila euro e i 24 mila euro lordi l’anno. Mentre per le fasce più basse doveva crescere proporzionalmente, ed essere pari al 3,5% del reddito complessivo. Una formula, questa, che avrebbe permesso di coinvolgere anche gli incapienti. Ma la discussione in Consiglio dei ministri, e soprattutto il pressing del presidente del Consiglio, ha portato a scartare quest’ipotesi che avrebbe allargato a 15 milioni il numero delle persone coinvolte riducendo però il valore del bonus. Lo stesso Renzi dice che per gli incapienti ci sarà un intervento del governo nelle prossime «settimane, mesi», senza indicare scadenze precise. E aggiunge che, sempre in futuro, uno sgravio potrebbe interessare anche le partite Iva. Il decreto riguarda solo il 2014 e quindi, almeno per ora, il bonus di 80 euro vale soltanto per l’anno in corso. Viene creato un «fondo destinato alla riduzione del cuneo fiscale a favore dei lavoratori dipendenti» che, secondo le ultime bozze, dovrebbe coprire gli anni dal 2015 al 2017. Ma le risorse andranno trovate di volta in volta, con la legge di Stabilità.
Imprese, giù le tasse
È l’altro pezzo del taglio al cuneo fiscale previsto dal decreto. Un intervento molto più limitato rispetto al bonus e che alleggerisce il peso delle tasse dalla parte delle imprese. L’Irap scende del 10%. L’aliquota principale dell’imposta regionale sulle attività produttive cala dal 3,9 al 3,5%. Il vantaggio fiscale per le aziende viene stimato per il 2014 in 700 milioni di euro. L’intervento viene coperto con l’aumento della tassazione sulle rendite finanziarie, che sale al 26%, titoli di Stato esclusi. Anche in questo caso la misura riguarda solo il 2014 ma basterebbe mantenere la stessa impostazione, cioè non abbassare la tassazione sulle rendite finanziarie, per averla anche l’anno prossimo e renderla quindi strutturale.
Lorenzo Salvia

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