Assad si ricandida, l’opposizione grida alla farsa

Assad si ricandida, l’opposizione grida alla farsa

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Il pre­si­dente siriano Bashar Assad ieri ha depo­si­tato la sua can­di­da­tura per le ele­zioni pre­si­den­ziali del 3 giu­gno pros­simo. Nes­suna sor­presa per­chè Assad da tempo aveva indi­cato la sua inten­zione di pre­sen­tarsi per un nuovo man­dato di sette anni. Il voto è già stato bol­lato come una “paro­dia” dall’opposizione e dai Paesi occi­den­tali e arabi. Dei sei siriani che hanno pre­sen­tato la can­di­da­tura oltre ad Assad, nes­suno sem­bra poter sfi­dare il pre­si­dente in carica. Poco prima dell’annuncio giunto da Assad, altri quat­tro siriani — Saw­san Had­dad, Samir Maala, Moham­mad Firas Raj­jouh e Abdel-Salam Sala­meh – si sono aggiunti all’uomo d’affari Has­san al-Nouri e all’ex comu­ni­sta Maher Haj­jar nella lista degli “sfi­danti”. Le oppo­si­zioni par­lano di “elezioni-farsa”, a causa della legge elet­to­rale.
Non può pre­sen­tare la pro­pria can­di­da­tura chi non è vis­suto in Siria in modo con­ti­nua­tivo negli ultimi 10 anni (è il caso di nume­rosi dis­si­denti e oppo­si­tori) e non è figlio di geni­tori entrambi siriani. I can­di­dati dovranno rice­vere il soste­gno di almeno 35 par­la­men­tari su 250 e tenendo pre­sente che nes­sun mem­bro dell’assemblea può soste­nere più di un can­di­dato e che 160 di loro fanno parte del par­tito Baath gui­dato da Assad, di fatto solo uno o due dei poten­ziali sfi­danti potrà pre­sen­tarsi davanti agli elet­tori. Senza dimen­ti­care che la guerra civile ren­derà impos­si­bile il voto in almeno la metà del paese.


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