Arrivano le Renzi ’s angels

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Quat­tro pre­si­denti donna: la «rivo­lu­zione rosa» nelle nomine ai ver­tici delle aziende big dello Stato, annun­ciata ieri mat­tina dal sot­to­se­gre­ta­rio Gra­ziano Del­rio, si sarebbe rea­liz­zata. A pre­sie­dere Eni, Enel, Terna e Poste andrà infatti un poker di donne, già affer­mate mana­ger e piut­to­sto cono­sciute: Emma Mar­ce­ga­glia, impren­di­trice e già numero uno di Con­fin­du­stria, è stata desi­gnata alla pol­trona più alta dell’Eni; Patri­zia Grieco a quella dell’Enel, men­tre a pre­sie­dere Poste Ita­liane andrà Luisa Todini. A Terna, infine, andrà la scien­ziata e impren­di­trice Catia Bastioli.

Il pre­si­dente del con­si­glio Mat­teo Renzi si è detto «par­ti­co­lar­mente sod­di­sfatto per la forte pre­senza fem­mi­nile», men­tre con una nota Palazzo Chigi ha fatto sapere che «per quanto riguarda gli emo­lu­menti pre­vi­sti per i nuovi pre­si­denti di Enel, Eni, Fin­mec­ca­nica e Poste Ita­liane, si pro­porrà all’assemblea delle società che il com­penso annuo sia fis­sato nella cifra di 238 mila euro annui lordi».

E se la pre­si­denza è donna, l’operatività di que­sti colossi eco­no­mici, al con­tra­rio, resta sal­da­mente in mano agli uomini: ammi­ni­stra­tore dele­gato di Eni è stato nomi­nato infatti Clau­dio Descalzi, men­tre all’Enel va Fran­ce­sco Sta­race. Mauro Moretti, già pro­ta­go­ni­sta per le pole­mi­che sul maxi sti­pen­dio alle Fer­ro­vie, è stato pre­miato dal governo Renzi, e da ammi­ni­stra­tore dele­gato delle Fs passa allo stesso ruolo in Finmeccanica.

Fran­ce­sco Caio sarà l’ad di Poste. Il nome dell’ad di Terna arri­verà forse oggi: il governo ha spie­gato che la nomina tocca all’azionista Cassa depo­siti e pre­stiti, che dovrà anche con­fer­mare uffi­cial­mente la stessa pre­si­dente desi­gnata Bastioli.

Inte­res­sante il caso Fin­mec­ca­nica, dove approda Moretti: un mana­ger che piace a Renzi, che lo avrebbe voluto mini­stro dello Svi­luppo. L’ultimo ad, Ales­san­dro Pansa, per 10 anni diret­tore finan­zia­rio, era stato pro­mosso dal governo Monti: sosti­tuiva Giu­seppe Orsi, tra­volto dalle inchieste.

Pansa aveva dise­gnato, insieme al pre­si­dente Gio­vanni De Gen­naro (che ieri è stato con­fer­mato) un piano di dismis­sione del «civile», per con­cen­trare Fin­mec­ca­nica tutta sul core della difesa. Ansaldo Ener­gia è infatti già stata ceduta a Cassa depo­siti e pre­stiti, e pre­sto dovreb­bero essere ven­dute anche Ansaldo Breda e Ansaldo Sts. I sin­da­cati hanno cri­ti­cato aspra­mente que­ste ces­sioni, e tutti si chie­dono se adesso Moretti, che viene pro­prio dal mondo fer­ro­via­rio, non vorrà cam­biare piani e pun­tare anzi su un polo della pro­du­zione di treni, tenendo le due società.

Il nuovo ad di Poste, Fran­ce­sco Caio, era stato nomi­nato nel 2013 dall’allora pre­mier Enrico Letta, com­mis­sa­rio all’Agenda digi­tale: un piano ambi­zioso di digi­ta­liz­za­zione dello Stato e del Paese, che avrebbe dovuto far rispar­miare fino a 10 miliardi, ma che poi si è are­nato nella buro­cra­zia e nelle crisi poli­ti­che ita­liane. Ammi­ni­stra­tore dele­gato di Avio, pun­tava a una buona pol­trona in Tele­com: e adesso ha preso il timone di un’azienda, le Poste, che è sem­pre più una grossa realtà finanziaria.

Luisa Todini, impren­di­trice, fino a ieri sedeva nel con­si­glio di ammi­ni­stra­zione della Rai. Patri­zia Grieco era pre­si­dente ese­cu­tivo di Olivetti.

La par­tita delle nomine, tenuta in sor­dina nelle ultime set­ti­mane – tra Def, pole­mi­che sulle riforme e con­tra­sti sul lavoro – ha rice­vuto ieri anche una sorta di via libera, non uffi­ciale, dal Qui­ri­nale: il pre­si­dente del con­si­glio Renzi, infatti, prima dell’annuncio (che è avve­nuto in serata, dopo la chiu­sura dei mer­cati azio­nari) ha incon­trato il Capo dello Stato. Dif­fi­cile pen­sare che con Gior­gio Napo­li­tano non si sia par­lato delle nomine.

Inte­res­sante il cur­ri­cu­lum di Catia Bastioli: scien­ziata e impren­di­trice, ha depo­si­tato 90 bre­vetti base e 900 bre­vetti inter­na­zio­nali, tra i quali il Mater-Bi: un mate­riale di ori­gine vege­tale con cui si con­fe­zio­nano sac­chetti com­ple­ta­mente bio­de­gra­da­bili per la rac­colta rifiuti. Se una busta tra­di­zio­nale per decom­porsi impiega dai 100 ai 400 anni, una in Mater-Bi si bio­de­grada al 90% in appo­siti impianti di com­po­stag­gio entro 6 mesi. Bastioli da anni era ammi­ni­stra­tore dele­gato della Nova­mont spa.


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