Ansaldo Breda ancora in bilico

Ansaldo Breda ancora in bilico

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Dopo la recen­tis­sima ester­na­liz­za­zione di alcuni reparti, gli ope­rai dell’unica azienda fer­ro­via­ria del paese non si fidano più. Anche i fischi che hanno salu­tato il for­fait di Enrico Rossi all’assemblea “Ansaldo Breda, un patri­mo­nio per l’Italia”, ne sono una riprova. Da Roma il pre­si­dente toscano, impe­gnato al Senato, assi­cura che gio­vedì vedrà la Rsu azien­dale. Ma lo sfogo delle tute blu va capito, e inqua­drato in una situa­zione kaf­kiana che li vede in ven­dita al miglior offe­rente. Per giunta con l’accusa di essere un’azienda che non fun­ziona, e una palla al piede per i conti di un padrone pub­blico — Fin­mec­ca­nica – che ha deciso di disfarsene.

Certo, ora l’ad Ales­san­dro Pansa è stato sosti­tuito dal “fer­ro­viere” Mauro Moretti. Ma già a fine marzo i mini­steri del Tesoro e dello Svi­luppo eco­no­mico hanno dato il via libera alla ces­sione di Ansaldo Breda, e in paral­lelo del gio­iel­lino Ansaldo Sts. Alla fine­stra ci sono da tempo mul­ti­na­zio­nali come Bom­bar­dier, Tha­les e Hita­chi. E se il governo Letta aveva preso tempo, quello di Mat­teo Renzi va, come noto, di fretta.

A Pistoia (ma anche a Napoli e a Palermo) si vor­rebbe cre­dere nel mira­colo. Che qual­cuno pren­desse in parola Mau­ri­zio Lan­dini, pronto a ricor­dare dal palco del con­gresso di Rimini: “E’ pro­fon­da­mente sba­gliato che si scelga di ven­dere l’Ansaldo, che si pri­va­tiz­zino pezzi di Fin­mec­ca­nica e Fin­can­tieri”. Da anni il segre­ta­rio della Fiom chiama il governo a una poli­tica indu­striale pub­blica, guar­dando a un polo nazio­nale dei tra­sporti che possa costruire treni, navi, aerei e anche auto­bus. Lavoro, occu­pa­zione, impe­gno poli­tico a una mobi­lità col­let­tiva eco­so­ste­ni­bile che ovun­que è sti­mata in cre­scita. Intanto però si chiude Iri­sbus. E ci si fa beffe di Ansaldo Breda, parte inte­grante della sto­ria indu­striale italiana.

All’assemblea al Cral Breda non si va oltre la ridu­zione del danno. O almeno così sem­bra. “Vor­remmo pre­sen­tarci al nuovo ad di Fin­mec­ca­nica – dice Elena Lat­tuada, segre­ta­ria nazio­nale Cgil — per dire che è neces­sa­ria l’unicità dell’azienda, con un rilan­cio pro­dut­tivo e, nel momento in cui ci fos­sero part­ner, que­sti abbiano carat­te­ri­sti­che indu­striali”. A ruota il coor­di­na­tore della Rsu, Marco Fon­tana: “Dopo il decon­so­li­da­mento da parte di Fin­mec­ca­nica, chie­diamo un impe­gno al governo per creare un nuovo polo nazio­nale. Apriamo anche a inte­ressi di mul­ti­na­zio­nali, se hanno un piano indu­striale di pro­spet­tiva per il gruppo”.

La foto dello stato delle cose scat­tata dal pisto­iese Daniele Qui­ri­coni, segre­ta­rio toscano della Cgil, fa giu­sti­zia di troppi, voluti equi­voci: “Dal 2000 ad oggi si sono sus­se­guiti cin­que ammi­ni­stra­tori e sette governi, ma per Ansaldo Breda non si ‘cam­bia verso’. Un part­ner indu­striale è neces­sa­rio. Ma è neces­sa­rio capire se esi­ste una visione del governo sul mate­riale rota­bile, un’idea di par­te­ci­pa­zione pub­blica nel gruppo anche in futuro, rispetto al quale non sarà neu­tro l’interlocutore pri­vato e il livello di con­fronto con il sin­da­cato e i lavo­ra­tori. In caso con­tra­rio l’innalzamento della mobi­li­ta­zione è inevitabile”.

Alla fine, l’ordine del giorno dell’assemblea segnala: “Anche in Ita­lia è impro­ro­ga­bile il rin­no­va­mento e il poten­zia­mento del tra­sporto pub­blico locale, e la pre­senza di un forte sog­getto nazio­nale inte­grato, come quello costi­tuito in una logica di filiera da Ansaldo Breda ed Ansaldo Sts. Noi chie­diamo al governo che si impe­gni per la costi­tu­zione di que­sto sog­getto, anche indi­pen­dente da Fin­mec­ca­nica ma in ogni caso costi­tuito con una logica di svi­luppo pro­dut­tivo e un forte aggan­cio alla realtà indu­striale ita­liana, e da que­sta posi­zione possa costi­tuire su base pari­ta­ria alleanze con altri sog­getti indu­striali. Saranno inac­cet­ta­bili solu­zioni det­tate da con­si­de­ra­zioni finan­zia­rie di breve respiro”.


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