by redazione | 14 Marzo 2014 8:31
Volkswagen group sfiora già l’obiettivo di dieci milioni di veicoli prodotti ogni anno, potrebbe arrivarci a dicembre con quattro anni d’anticipo rispetto ai suoi piani di sorpassare Toyota nel 2018, annuncia un’offensiva di cento nuovi prodotti di qui a fine 2015 e investimenti per oltre cento miliardi in quattro anni. BMW aumenta le vendite del 6,4 per cento, quasi due milioni di auto, roba da produttore di massa. E’stato il giovedì d’oro dell’auto made in Germany: va alla grande, grazie a forti investimenti, prodotti con alti contenuti tecnologici, nuove fabbriche all’estero ma mai per chiudere a casa, e concertazione. Chi osa vince, sembrano quasi dire gli amministratori delegati del colosso di Wolfsburg, Martin Winterkorn, e della “Fabbrica di motori bavarese”, echeggiando il motto dei corpi speciali britannici.
Siamo andati meglio del previsto in un anno duro sul mercato mondiale, hanno spiegato Winterkorn e poi il direttore finanziario Hans Dieter Poetsch nella conferenza, tenuta qui nella location suggestiva di Tempelhof, lo storico aeroporto del Ponte aereo di Berlino con cui nell’inverno 1948-49 i piloti dei cargo americani e della RAF, un atterraggio ogni 50 secondi, rifornirono la città di tutto salvandola dal blocco terrestre con cui Stalin voleva piegarla per fame. Messaggio chiaro: nulla è impossibile.
I dati fanno impressione. Nel 2013 il gruppo con i suoi dodici marchi (Vw, Audi, Porsche, Skoda, Seat, Lamborghini, Bentley, Bugatti, Vw veicoli industriali, MAN, Scania, Ducati) ha venduto 9,7 milioni di
veicoli a 4 ruote, cioè moto a parte. E nei soli gennaio e febbraio dell’anno in corso ne ha consegnati oltre 1 milione 467mila, più 4,7 per cento rispetto ai primi due mesi del 2013. Quindi gli basta una crescita di vendite del 3,5 per cento massimo per andare appunto oltre quota dieci milioni. Utile di gestione record a 11,7 miliardi, ricavi aumentati del 2,2 per cento. E ventitremila posti di lavoro in più creati in tutto il mondo.
Pure, i vertici di Wolfsburg invitano al prudente realismo: problemi seri del mercato in Europa e altrove non sono finiti. Sorpassare la Toyota, divenire numero uno, resta traguardo, ma il primo obiettivo è divenire primo della classe assoluto “nella qualità della ricerca tecnologica, del prodotto a tolleranza zero verso i difetti, nella qualità del rapporto con i dipendenti, il nostro maggior tesoro, noi non crediamo all’efficacia di spettacolari
tagli”. Infatti di qui al 2018 la “Grande armée” degli occupati del gruppo in tutto il mondo crescerà dai 570mila attuali a 600mila abbondanti, e quest’anno il premio in Germania sarà di 6.200 euro a testa. «Occorre pensare l’auto di dopodomani », afferma Winterkorn presentando la Golf elettrica: scelga il cliente se la vuole a benzina, gas, diesel, ibrida o elettrica pura. Record anche a BMW, per il quarto anno consecutivo: vendite 1.964mila auto, profitto netto a 5,34 miliardi, più 4,5 per cento, «e continueremo con performances al meglio», afferma l’ad Norbert Reithofer. Chi osa vince, appunto.
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