«Sprechi dimezzati entro il 2020» Un protocollo sul cibo
Si parte da un numero: ogni anno nel mondo si sprecano 1,3 miliardi di tonnellate di cibo. Si prende il tema di Expo, che si svolgerà a Milano dal primo maggio a l 31 ottobre 2015: Nutrire il Pianeta, Energia per la vita. Ed ecco l’idea del Protocollo di Milano e la benedizione di Carlo Petrini, fondatore e presidente di Slow Food, che non usa mezzi termini: «Il nostro sistema alimentare sta generando sconquassi e nessuno di noi può chiamarsi fuori». Già, perché a fronte delle tonnellate di prodotti che finiscono in spazzatura, 868 milioni di persone soffrono di denutrizione, mentre un miliardo e mezzo sono obese o sovrappeso.
L’idea del Protocollo alimentare è della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, che su questo argomento si era già confrontata con l’ex premier Enrico Letta e con il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia. Ieri la Fondazione ha inserito nel board tre figure di peso: lo stesso Petrini, il presidente della Commissione agricoltura e sviluppo del Parlamento europeo, Paolo De Castro, e Alberto Grando, pro rettore per lo sviluppo Sda Bocconi.
«Siamo fieri di avere ottenuto adesioni di figure così autorevoli nel nostro board — commenta Guido Barilla, presidente della Fondazione — e insieme a loro possiamo dare un ulteriore impulso alle azioni del Bcfn (Barilla Center for Food & Nutrition) con l’obiettivo di individuare soluzioni concrete per il benessere futuro delle persone, della società e del Pianeta». Il protocollo si pone tre macro obiettivi: abbattere entro il 2020 del cinquanta per cento l’ammontare di cibo sprecato nel mondo; attuare riforme agrarie e combattere la speculazione finanziaria, con limitazioni all’uso di biocarburanti a base alimentare (dal momento che un terzo della produzione di cibo è destinato all’alimentazione del bestiame); la lotta all’obesità, ribadendo l’importanza di educare i bambini fin da piccoli a mangiare sano e promuovendo stili di vita sani.
La Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition chiede ai soggetti pubblici e privati, ai cittadini e alle associazioni di dare ciascuno il proprio contributo (attraverso il sito, appunto) per scrivere questo protocollo, che esiste per ora solo in bozza, con otto articoli: il testo finale dovrà essere pronto entro fine anno per la presentazione al governo. Subito dopo, approderà all’Expo: verrà sottoposto agli Stati partecipanti per avere la loro accettazione e firma.
Petrini insiste: «L’importanza di questo protocollo sta proprio nel fatto che impegna componenti rilevanti del mondo istituzionale a prendere atto di un problema e a valutarne le conseguenze. Certo, sappiamo che non raggiungeremo l’unità di intenti, ma è un passo fondamentale: i governi dovranno interrogarsi sul fatto che questo produttivismo sfrenato fa perdere valore al cibo e genera una schizofrenia. Infatti, non si è mai parlato così tanto di “mangiare” e non si è mai sprecato così tanto. Abbiamo il problema dei bambini obesi e di quelli che hanno fame». Il passaggio su Expo è fondamentale, considerato il tema: «La speranza che coltiviamo — conclude Petrini — è che l’esposizione milanese porti questi contenuti e non si riduca a una grande kermesse turistica e sono ottimista perché mi pare che molte realtà industriali e istituzionali cominciano a mettersi in sintonia».
Il commissario unico di Expo, Giuseppe Sala, spiega: «Il percorso di avvicinamento tra la Fondazione ed Expo è cominciato da tempo, avendo noi obiettivi comuni». Sala è soddisfatto: «Questo protocollo è una giusta interpretazione dell’opportunità del 2015 e mi pare che sia la migliore risposta a chi ci chiede quali saranno i contenuti di Expo: non solo ciò che i Paesi ci presenteranno nei loro padiglioni, ma anche l’impegno di tante istituzioni per affrontare insieme la sfida per realizzare un sistema alimentare più equo e sostenibile».
Elisabetta Soglio
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