«A sparare sulla folla i rivoltosi di Majdan»

by redazione | 6 Marzo 2014 10:54

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Chi ha por­tato fiori e com­me­mo­rato i morti (99 ad oggi secondo la stima uffi­ciale) a Maj­dan, a Kiev, dovrebbe forse essere infor­mato circa la straor­di­na­ria rile­va­zione, giunta ieri da una tele­fo­nata inter­cet­tata dai ser­vizi segreti del pre­si­dente depo­sto Yanu­ko­vich, tra la rap­pre­sen­tante euro­pea Cathe­rine Ash­ton e il mini­stro degli esteri estone, Usmar Paet. Nella loro con­ver­sa­zione del 26 feb­braio, pub­bli­cata on line da Rus­sia Today e facil­mente repe­ri­bile su You­tube, il mini­stro degli esteri estone, giunto a Kiev il 25 feb­braio, rac­conta a Ash­ton le pro­prie impres­sioni nel giorno dopo la «mat­tanza» di piazza.Solo che quanto dice Paet, ripor­tando le parole di Olga Bogo­mo­lets, il capo della squa­dra medica che ope­rava a Maj­dan, una fonte quindi non certo pro Yanu­ko­vich, è clamoroso.Secondo Bogo­mo­lets, «i cec­chini non erano uomini di Yanu­ko­vich, bensì mem­bri della nuova coa­li­zione», ovvero di Maj­dan stessa, dell’opposizione. E ancora: «Olga — spiega Paet — mi ha detto che le per­sone uccise dai cec­chini, sia i poli­ziotti sia i mani­fe­stanti, sono stati uccisi dagli stessi cec­chini». Il medico avrebbe mostrato al mini­stro estone «alcune foto, così come i referti medici che dimo­stre­reb­bero che si tratta dello stesso tipo di pro­iet­tili». È pre­oc­cu­pante, aggiunge Paet che «le nuove forze di governo non vogliano inda­gare» su que­sti fatti.«La per­ce­zione — con­clude — è che die­tro i cec­chini non ci fosse Yanu­ko­vich, ma qual­cuno della nuova coa­li­zione». L’alta rap­pre­sen­tante dell’Ue Ash­ton rimane col­pita e assi­cura un’indagine, ma sem­bra vin­cere la real­po­li­tik: a lei pare inte­res­sare di più, in quel momento, assi­cu­rare al governo di arri­vare alle nuove ele­zioni di mag­gio.
Alcune pre­ci­sa­zioni: si è detto, quando ieri que­sto leak è com­parso in rete, che si potrebbe trat­tare di una mani­po­la­zione, di un falso, data la fonte di pro­ve­nienza, ser­vizi segreti di Yanu­ko­vich e la dif­fu­sione imme­diata del sito filo russo. Ma ieri, rag­giunto per­so­nal­mente via mai da il mani­fe­sto, il mini­stro degli esteri estone ha con­fer­mato l’autenticità della regi­stra­zione, pur negando di aver addos­sato le respon­sa­bi­lità di vio­lenze all’opposizione, spe­ci­fi­cando di aver solo ripor­tato ad Ash­ton quanto gli era stato comu­ni­cato e lamen­tan­dosi infine della pub­bli­ca­zione di una con­ver­sa­zione così sensibile.«La regi­stra­zione della tele­fo­nata tra il mini­stro Paet e l’alta rap­pre­sen­tante dell’Unione Euro­pea, che è stata pub­bli­cata on line è auten­tica», ha poi scritto in uno sta­te­ment pub­bli­cato sul sito uffi­ciale il mini­stero estone (www?.vm?.ee).«La con­ver­sa­zione è avve­nuta il 26 feb­braio» spe­ci­fica il comu­ni­cato e del resto qual­che giorno prima, pro­prio attra­verso il suo account Twit­ter (@UsmasPaaet), il mini­stro aveva annun­ciato la visita nella capi­tale ucraina pre­ci­pa­tata nella crisi (il 24 feb­braio scrive: «Domani sarò a Kiev, per espri­mere il mio sup­porto al futuro demo­cra­tico del paese»), a con­fer­mare ulte­rior­mente il valore della sua testi­mo­nianza, per­ché pro­ve­niente da una fonte non certo filo russa. Riman­gono le con­si­de­ra­zioni poli­ti­che a riguardo, che aprono uno squar­cio sui fatti di Maj­dan e con­fer­mano una volta di più come le forze in grado di con­trol­lare le pro­te­ste nei giorni pre­ce­denti all’escalation, fos­sero anche in grado di orga­niz­zare un colpo di Stato mediante ope­ra­zioni cini­che, come quelle di spa­rare sui pro­pri mani­fe­stanti, per addos­sare le colpe a Yanu­ko­vich (che in con­fe­renza stampa — per quel che vale ormai la sua parola — aveva riba­dito di non aver dato l’ordine di sparare).Non è un caso, del resto, come affer­mato dallo stesso mini­stro estone, che l’intercettazione (la seconda della crisi ucraina, pre­ce­duta dal famoso «vaf­fan­culo alla Eu» della neo­con ame­ri­cana Vic­to­ria Nuland) sia uscita il giorno dopo le dichia­ra­zioni di Putin sul colpo di Stato di Kiev. Certo il silen­zio di Ash­ton al riguardo è imba­raz­zante per la Ue.La gior­nata in Ucraina ha visto altri impor­tanti eventi, in par­ti­co­lare sul fronte ancora caldo del paese, ovvero quello orien­tale, dove le popo­la­zioni rus­so­fone e filo Mosca, hanno pro­ce­duto a ricon­qui­stare il palazzo del governo di Done­tsk, non senza scon­tri con le forze pro Kiev. A Khar­kiv mille filo­russi hanno nuo­va­mente mani­fe­stato, men­tre ieri l’inviato dell’Onu, Robert Serry sarebbe stato affron­tato da uomini armati: si era par­lato di un rapi­mento, ma infine si è appreso che a Serry sarebbe stato inti­mato di lasciare la Cri­mea. Con­fer­mata invece la noti­zia dira­mata dalla Bbc secondo la quale un alto uffi­ciale delle guar­die di fron­tiera ucraine, il gene­rale Koval, sarebbe stato rapito nei pressi di Yalta, in Crimea.

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