Sarkozy: “giudici bastardi”

by redazione | 20 Marzo 2014 8:54

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“Ci sarà del lavoro per quei bastardi di Bor­deaux”. La frase è stata detta a Sar­kozy in una tele­fo­nata – con un tele­fo­nino regi­strato sotto un falso nome – dall’avvocato dell’ex pre­si­dente, Thierry Her­zog. “I bastardi di Bor­deaux” sono i giu­dici che inda­gano su Sar­kozy per i pre­sunti fondi neri per la cam­pa­gna elet­to­rale del 2007 spil­lati alla miliar­da­ria Liliane Bet­ten­court, pro­prie­ta­ria dell’Oréal. Que­sta e altre frasi sono state pub­bli­cate ieri dal sito Media­part. Una set­ti­mana fa, c’era stata una prima fuga di infor­ma­zioni sulle inter­cet­ta­zioni a cui la magi­stra­tura ha sot­to­po­sto l’ex pre­si­dente, per sco­prire i finan­zia­menti al nero della cam­pa­gna (Bet­ten­court, ma anche Ghed­dafi).
Da que­ste regi­stra­zioni è venuto alla luce un “traf­fico di influenza”: Sar­kozy aveva pro­messo una pro­mo­zione (una comoda pre-pensione come magi­strato di col­le­ga­mento a Mon­te­carlo) a un alto magi­strato della Corte di cas­sa­zione, Gil­bert Azi­bert, in cam­bio di infor­ma­zioni sulla pro­ce­dura giu­di­zia­ria e di pres­sioni sui giu­dici in varie pro­ce­dure in corso. Per Media­part si tratta di un “com­plotto di Sar­kozy con­tro la giu­sti­zia e lo stato di diritto”. Un gior­na­li­sta di Le Monde che si occupa dell’inchiesta sullo scan­dalo Sarkozy-giustizia, Gérard Davet, ha sporto denun­cia per aver rice­vuto minacce, rice­vute per posta il 18 marzo.
E’ que­sto l’ultimo epi­so­dio della saga giu­di­zia­ria che ha al cen­tro l’ex pre­si­dente, ormai asse­diato dalla giu­sti­zia e messo con le spalle al muro dalle suc­ces­sive rive­la­zioni. Ieri, la destra ha fatto pro­filo basso, limi­tan­dosi a denun­ciare la “vio­la­zione del segreto istrut­to­rio” attra­verso la fuga di noti­zie sui gior­nali e sui siti Inter­net e a denun­ciare i “tri­bu­nali popo­lari media­tici”. Ma la set­ti­mana scorsa, l’Ump era par­tita all’attacco del governo e, con estrema abi­lità, era riu­scita a ribal­tare la situa­zione in per­fetto stile Ber­lu­sconi: Sar­kozy, da accu­sato, era diven­tato la vit­tima delle sup­po­ste mano­vre del governo a guida socia­li­sta, che avrebbe usato l’arma giu­di­zia­ria per distrug­gere poli­ti­ca­mente un avver­sa­rio, in grado di bat­tere Hol­lande alle pre­si­den­ziali del 2017. Il governo era stato messo in dif­fi­coltà, impan­ta­nato in ver­sioni con­trad­dit­to­rie. La mini­stra della giu­sti­zia, Chri­stiane Tau­bira, era stata in dif­fi­coltà, per aver prima negato e poi ammesso a metà di essere stata messa al cor­rente che erano in corso inter­cet­ta­zioni sul tele­fono dell’ex pre­si­dente.
Il caso è estre­ma­mente com­plesso, al cen­tro c’è l’utilizzazione da parte dei giu­dici dell’agenda di Sar­kozy, che potrebbe por­tare la prova che l’ex pre­si­dente era inter­ve­nuto nel caso Tapie-Crédit Lyon­nais (milioni ver­sati dallo stato all’affarista, caso su cui ieri è stata a lungo inter­ro­gata Chri­stine Lagarde, ex mini­stro dell’economia ora alla testa dell’Fmi, messa a con­fronto con il suo ex diret­tore di gabi­netto, Sté­phane Richard, oggi alla dire­zione di Orange). Varie inchie­ste sono in corso. In sostanza, tutte girano attorno alla rela­zione che Sar­kozy intrat­te­neva con il denaro e all’aggiramento delle leggi da parte dell’ex pre­si­dente. Per il Ps, si tratta di “uno scan­dalo di stato”.

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