Rivoluzione in Cgil: ai torinesi adesso la Tav non piace più

Rivoluzione in Cgil: ai torinesi adesso la Tav non piace più

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«La Cgil ritiene che occorra ricon­si­de­rare, valu­tando atten­ta­mente le pro­spet­tive dei volumi di movi­men­ta­zione delle merci in ambito trans­na­zio­nale, l’opportunità, la pra­ti­ca­bi­lità e i rela­tivi costi delle grandi opere pre­vi­ste, a par­tire dalle opere costose come la Tav».
Con que­ste parole la Camera del Lavoro di Torino ha creato un ter­re­moto nel fronte che da sem­pre sostiene la Torino-Lione. Fun­zione pub­blica, ban­cari, metal­mec­ca­nici, comu­ni­ca­zioni e lavo­ra­tori della scuola hanno quindi fatto loro le tre parole che da sem­pre carat­te­riz­zano l’opposizione all’alta velo­cità: oppor­tu­nità, pra­ti­ca­bi­lità, costo. A opporsi invece sono stati gli edili della Fillea.Gli ultimi disa­strosi dati sul traf­fico merci ferroviario-autostradale lungo la diret­trice del Fre­jus, e in gene­rale su tutto l’asse ovest-est, uniti al cer­to­sino lavo­rio di con­vin­ci­mento della Fiom, hanno por­tato a un risul­tato da sem­pre man­cato: il sin­da­cato più forte di Torino ha boc­ciato il pro­getto dell’alta velo­cità senza appello.Fede­rico Bel­lono, segre­ta­rio pro­vin­ciale della Fiom com­menta: «L’ordine del giorno l’abbiamo pro­po­sto noi e la stessa cosa è suc­cessa in altre cate­go­rie. Abbiamo avuto una siner­gia che ha creato un risul­tato per molti versi inspe­rato. I motivi che spie­gano quanto acca­duto sono molti: a Torino e in Pie­monte stiamo fron­teg­giando una dura crisi che neces­sita di risorse aggiun­tive imme­diate, volte al finan­zia­mento degli ammor­tiz­za­tori sociali. Dove pren­derli? Guar­dando in pro­spet­tiva sot­to­li­neo che il voto della Cgil di Torino mette in crisi l’idea che dalla crisi si esca con inve­sti­menti nel gigan­ti­smo infrastrutturale».Bel­lono poi spo­sta il focus del voto dal piano eco­no­mico a quello poli­tico: «Non è da dimen­ti­care che tra due mesi que­sta regione eleg­gerà il dopo Cota, quindi il voto espresso dalla Cgil non può che essere fonte di rifles­sione da parte di chi si can­dida a gui­dare il Piemonte».Il rife­ri­mento è a Ser­gio Chiam­pa­rino, da sem­pre favo­re­vole all’opera, pros­simo can­di­dato per il cen­tro­si­ni­stra alle ele­zioni regionali.
Com­pren­si­bil­mente sba­lor­dita la rea­zione di Mario Virano, pre­si­dente dell’Osservatorio Torino-Lione: «L’opera è par­tita, quindi quella della Cgil è una rifles­sione tar­diva. I soldi messi dall’Unione euro­pea gene­rano lavoro e non sono spen­di­bili su altre opere».La boc­cia­tura del sin­da­cato di Susanna Camusso giunge dopo la visita al can­tiere dell’ex mini­stro Pas­sera e soprat­tutto dell’attuale tito­lare del dica­stero delle Infra­strut­ture, Mau­ri­zio Lupi che, al ter­mine della visita ha dichia­rato: «Que­sto can­tiere sta andando avanti di corsa. I lavori sono in anti­cipo di sei mesi sulla tem­pi­stica e se non ci saranno intoppi la gal­le­ria sarà pronta entro la fine del 2015».Diversa l’opinione del tec­nico della Comu­nità Mon­tana Luca Giunti: «I lavori dal 13 giu­gno 2013 hanno avuto una pro­gres­sione di poco supe­riore al metro gior­na­liero. Ne man­cano ancora settemila».
Nono­stante cotanti pel­le­gri­naggi rimane ancora silente il pre­si­dente del con­si­glio, Mat­teo Renzi, da sem­pre gelido sulla tratta ad alta velo­cità Torino-Lione



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