Riaperto il processo ai militari, per omicidio preterintenzionale

by redazione | 12 Marzo 2014 9:51

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Il gip del Tri­bu­nale di Varese Giu­seppe Bat­ta­rino, dopo una camera di con­si­glio durata quasi cin­que ore, ha ria­perto il caso di Giu­seppe Uva, morto dopo l’arresto a Varese nella notte del 14 giu­gno del 2008. Il giu­dice ha respinto la richie­sta di archi­via­zione per i due cara­bi­nieri e sei poli­ziotti coin­volti avan­zata dalla pro­cura e ha sta­bi­lito l’imputazione coatta per omi­ci­dio pre­te­rin­ten­zio­nale, arre­sto ille­gale e altri reati minori.
La vicenda pro­ces­suale arriva così a una svolta impor­tan­tis­sima e, in un certo senso, inat­tesa: sin dall’inizio delle inda­gini, infatti, il pm Ago­stino Abate ha sem­pre scar­tato ogni ipo­tesi che coin­vol­gesse gli uomini in divisa nella morte di Uva, arri­vando addi­rit­tura a pro­cesso per il medico dell’ospedale lom­bardo che vide morire davanti a sé il 42enne.
La pista della mala­sa­nità, però, venne spaz­zata via da una sen­tenza che assolse il dot­tore con for­mula piena. Le inda­gini ripar­ti­rono, ma, la scorsa pri­ma­vera, ancora Abate arrivò a chie­dere l’archiviazione per gli agenti coin­volti. Richie­sta respinta dal gip e altro sup­ple­mento di inda­gini, chiuse uffi­cial­mente il 31 dicem­bre scorso. Il parere dell’investigatore, però, non era cam­biato: altra richie­sta di archi­via­zione per tutti gli inda­gati. Ieri sera il giu­dice ha però demo­lito anche que­sta tesi, ordi­nando l’imputazione coatta.Un suc­cesso per i fami­liari di Uva, che con i loro avvo­cati Fabio Anselmo e Ales­san­dra Piva chie­dono da anni di far luce sulle ore che Giu­seppe ha pas­sato nella caserma dei cara­bi­nieri di via Saffi.

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