by redazione | 24 Marzo 2014 18:35
UN PIANO carceri nuovo di zecca. Quasi certamente per decreto legge. Con l’obiettivo di evitare che l’Italia debba pagare, dal prossimo maggio, multe milionarie ai detenuti che scontano la pena in condizioni disumane. Risarcimenti — già resi obbligatori dalla Corte dei diritti umani di Strasburgo — e sconti di pena: sono questi due i puntelli su cui si articola la manovra carceraria del Guardasigilli Andrea Orlando.
NON è passato invano il suo primo mese in via Arenula. Nessuna intervista, ma “ogni giorno una riunione sulle carceri”, come rivelano i suoi più stretti collaboratori. Oggi si vedrà il primo risultato concreto. Orlando vola proprio a Strasburgo e lì presenterà il suo progetto. Che Repubblica racconta. Con una premessa. A una cosa Orlando tiene, che non sia considerato un nuovo piano svuota-carceri e che non sia visto come un modo per “ripagare” con denaro una detenzione vissuta in meno di tre metri quadri di spazio vitale. Al ministero spiegano che «non sarà così, perché la compensazione economica è comunque prevista da Strasburgo e perché lo sconto di pena non solo è contenuto, ma sarà misurato dai giudici e riguarderà solo casi di soggetti che non hanno commesso reati gravi».
Sono tre i punti chiave del pacchetto. Con un’osservazione preliminare fatta dai tecnici di Via Arenula: l’Italia, quanto alle carceri, ha fatto dei passi in avanti. A marzo i detenuti sono scesi poco sopra i 60mila rispetto agli storici 70mila. Le misure anti sovraffollamento che si sono susseguite con i governi Monti e Letta, ministri Severino e Cancellieri, hanno prodotto in media un calo di 350 detenuti al mese. Per il 28 maggio, quando la famosa sentenza Torreggiani che condanna l’Italia a pagare gli indennizzi diventerà operativa, la deficitaria capienza di 43mila posti arriverà a 49mila, grazie agli ultimi 1.500 posti che saranno consegnati. Tuttavia, chi ha subito una violenza dovuta a spazi ristretti deve essere risarcito. Strasburgo lo impone.
Sta qui il primo punto. Orlando chiederà alla Corte Ue di trasferire in Italia i ricorsi giacenti di altrettanti detenuti, circa 3mila di cui almeno 2mila ammissibili. A occuparsene sarà o un giudice civile o molto più probabilmente il magistrato di sorveglianza, la figura giuridica che segue la vita di chi sta in cella. Al ministero della Giustizia sono convinti che questo passo — sgravare Strasburgo dal “peso” dei ricorsi — rappresenta un importante mossa di responsabilità politica di cui l’Italia non può fare a meno.
A questo punto eccoci al piano concreto, come risarcire i detenuti che comunque hanno subito una carcerazione che ha leso “la loro dignità umana”, secondo l’espressione usata da Corte dei diritti umani. Il “piano rimediale”, come lo chiamano in via Arenula, prevede due strade, a seconda che il detenuto abbia già finito di scontare la pena e si rivolga alla giustizia quando è già fuori di cella, oppure che sia ancora in carcere con un residuo di pena da esaurire. In entrambi in casi, la richiesta di compensazione non potrà essere presentata dopo sei mesi da quando il fatto, lo stato di carcerazione disumana in questo caso, sia avvenuto.
Due casi, due differenti soluzioni. La prima. Per chi è già fuori dal carcere, Orlando pensa a un indennizzo la cui cifra potrà variare tra i 10 e i 20 euro. Già prevedendo una possibile polemica, al ministero ricordano che la Corte Ue già stabilisce un rimedio compensativo e lascia agli Stati la facoltà di fissare la misura e gli strumenti in base al diritto interno. La seconda soluzione riguarda chi sta ancora dentro. L’ipotesi è di concedere al detenuto uno sconto di pena che però non potrà essere superiore al 20% rispetto al periodo ancora da scontare. In pratica, ogni giorno trascorso in cella in condizioni disumane e comunque non accettabili, in uno spazio inferiore addirittura ai 3 metri quadri, darà al carcerato un bonus per la pena successiva. Ogni giorno varrà di più di un giorno normale, ma mai in una misura superiore al 20 per cento. Lo staff di Orlando non smette di insistere sul fatto che questo rimedio non varrà mai per chi è detenuto al 41bis e nei circuiti di massima sicurezza e per chi ha commesso reati gravi e gravissimi.
Politicamente, la sfida di Orlando è molto importante per il governo Renzi, soprattutto in vista del semestre di presidenza italiana della Ue. È una scommessa che lo stesso Orlando non può perdere. Per questo il Guardasigilli vuole portare a Strasburgo i nuovi dati sul pianeta carcere dai quali risulta in modo evidente che c’è stata un’obiettiva inversione di tendenza.
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