by redazione | 27 Marzo 2014 12:42
Il 5% dei contribuenti «Paperoni» dichiara complessivamente più di quanto faccia la metà del totale, quelli più poveri, il reddito medio degli imprenditori rimane vistosamente più basso di quello dei lavoratori dipendenti: 17.470 euro contro 20.280 euro. L’80% degli autonomi dichiara meno di 20 mila euro. È un’Italia degli squilibri quella che la crisi e l’evasione disegnano attraverso le ultime dichiarazioni dei redditi, quelle del 2012 presentate entro il settembre 2013.
Il cittadino medio sta sotto i 20 mila euro
Il reddito medio fiscale degli italiani si è attestato nel 2012 a 19.750 euro. La metà dei contribuenti dichiara però un reddito complessivo inferiore a 15.654 euro. A presentare le dichiarazioni dei redditi Unico e 730 ai fini Irpef sono stati 41,4 milioni di contribuenti. Ma, tra imponibile ridotto e abbattimenti con deduzioni e detrazioni, sono molti quelli che non pagano l’Irpef: oltre 10 milioni. Ci sono però 31,2 milioni di soggetti (il 75% dei contribuenti) che paga in media un’Irpef netta di 4.880 euro.
L’Agenzia delle Entrate ha anche registrato l’effetto della crisi sui redditi e sui contribuenti, negli anni 2008–2012: Dalle dichiarazioni del 2012 risultano 350 mila lavoratori dipendenti in meno rispetto al 2008 e anche un calo di 32 mila imprenditori: in compenso gli autonomi tra il 2008 e il 2012 sono 128 mila in più.
Tra il 2008 ed il 2012 il reddito medio dei lavoratori dipendenti è sceso del 4,6%, quello dei pensionati è invece cresciuto del 4,6%, il reddito medio dei lavoratori autonomi è sceso del 14,3%, quello degli imprenditori dell’11%.
E sopra i 300 mila euro? Solo lo 0,07%
Fortissimo il divario tra ricchi e poveri: il 5% dei contribuenti con i redditi più alti dichiara il 22,7% del reddito complessivo. Si tratta di una quota maggiore di quella dichiarata da metà contribuenti, quelli con i redditi più bassi. Da segnalare, poi, che sopra la soglia dei 300 mila euro, livello a cui si vuole portare il tetto per i manager pubblici, ci sono solo lo 0,07% dei contribuenti. La stragrande maggioranza degli italiani, cioè il 90% del totale, dichiara un reddito fino a 35.819 euro.
La «guerra» tra categorie vede gli autonomi dichiarare in media 36.070 euro, i dipendenti 20.280 euro e gli imprenditori 17.740 euro, poco sopra i pensionati (15.780 euro). Ma il confronto, anche se indicativo, non sempre è corretto. Il dato degli imprenditori considera infatti solo ditte individuali che, spesso, non hanno dipendenti: sbagliato pensare che due persone in una stessa ditta invertano questa gerarchia. I «poveri» imprenditori risentono poi delle molte classificazioni: quelli che hanno contabilità ordinaria e quelli semplificata. In ogni caso i dati indicati dal ministero dell’Economia non contengono autonomi e imprenditori in perdita, che pure ci sono.
Suddividendo i contribuenti per 20 fasce di reddito si scopre poi che circa l’80% degli imprenditori e circa l’80% degli autonomi dichiara un reddito inferiore a 20 mila euro. Tra i dipendenti e i pensionati, a dichiarare sotto questa soglia sono circa il 60% e il 70%: un dato che appare più credibile.
Lombardi al top
I divari rimangono notevoli anche a livello territoriale. I lombardi guidano la classifica dei redditi dichiarati – in media 23.320 euro – e superano i calabresi, ultimi in classifica, di oltre 10.000 euro. Ma al momento di pagare, chi risiede a Milano o a Como sa utilizzare meglio sconti e abbattimenti vari: così i contribuenti del Lazio fanno il sorpasso e guidano la classifica dell’Irpef versata (5.970 euro), 140 euro in più dei cittadini della Lombardia.
La classifica del reddito medio vede la Lombardia, com già detto, in testa con 23.320 euro, seguita dal Lazio con 22.100 euro. In coda, come anticipato, sta la Calabria, con un reddito medio di 14.170 euro e un’Irpef versata di 3.510 euro.
Ammonta a circa 23 miliardi di euro il patrimonio immobiliare all’estero degli italiani: risultano titolari di questi beni 113 mila contribuenti. Sono invece 130 mila i soggetti che dichiarano attività finanziarie all’estero, per 28 miliardi di euro.
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