by redazione | 12 Marzo 2014 9:46
C’è una molto poco ideologica mozione presentata al consiglio comunale di Milano per assistere i tossicodipendenti da eroina (con le cosiddette “stanze del buco”), e poi ci sono le solite reazioni destrorse, ma questa volta affidate a un certo Igor Iezzi, segretario provinciale della Lega nord. Lui, in buona sostanza, si esprime così: “Aiutateci, qualcuno salvi Milano dalle follie di questa sinistra. Ci mancavano le stanze del buco, dove drogarsi in un clima di gentilezza e felicità. La sinistra usa Milano per concretizzare tutte le proprie perversioni e tutti i propri diabolici sogni per arrivare alla distruzione della nostra società, qualcuno li fermi, ci pensi Renzi e commissari Milano…”.
A rappresentare l’oltranzismo della destra meno lisergica c’è una vecchia conoscenza come l’ex vice sindaco Riccardo De Corato: lui si limita a citare nuovi studi scientifici per bocciare la proposta come “inammissibile”. Insomma, leghisti e post fascisti minacciano poco credibili barricate. Detto questo, è difficile che Milano ai tempi della crisi si faccia trascinare nel dibattito, anche se tutti gli indicatori, nazionali e internazionali, dicono che ci sarà un ritorno dell’eroina.La mozione per aprire le “stanze salvavita da iniezione” è stata presentata dal consigliere dei Radicali Marco Cappato, l’hanno sottoscritta Luca Gibillini e Mirko Mazzali (Sel), Anita Sonego (FdS) e Rosaria Iardino (Pd).
“La mozione — spiega Cappato — riprende il testo della proposta di iniziativa popolare sottoscritta da oltre 5 mila cittadini che era stata bloccata dai Garanti del Comune e rende esplicita la esclusione di fatti costituenti reato, rispetto a una normativa ora modificata dalla sentenza della Corte costituzionale che ha bocciato la legge Fini-Giovanardi”. Per Cappato, visto che diversi indicatori fanno prevedere un aumento del consumo di eroina, “Milano deve guardare alle migliori esperienze europee che hanno rimosso i pregiudizi ideologici alla riduzione dei danni sanitari del consumo di droghe”.
Il testo presentato ieri impegnerebbe la giunta del sindaco Pisapia a predisporre l’apertura, entro sei mesi dall’approvazione del documento, di “tre stanze salvavita da iniezione” in altrettanti spazi pubblici “da individuarsi nel patrimonio comunale disponibile e inutilizzato”. In altre parole, senza spese per la collettività. Per sale da iniezione, si intendono “luoghi protetti e igienicamente garantiti per l’assunzione di sostanze psicoattive che il cittadino consumatore si procura all’esterno e che assume all’interno della struttura con l’assistenza di personale professionale formato allo scopo”. Così facendo, si eviterebbe il rischio del consumo di sostanze in strada (sia per gli utilizzatori delle droghe che per i cittadini che potrebbero assistere a scene poco gradevoli) . Inoltre, i consumatori più problematici potrebbero entrare in contatto con i servizi sociali per le tossicodipendenze, e magari tentare un percorso per disintossicarsi. Questo è quello che è successo in analoghe esperienze all’estero.
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