L’Ucraina firma l’accordo con la Ue Arrivano 100 osservatori dell’Osce

by redazione | 22 Marzo 2014 10:12

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BRUXELLES — Nel Consiglio dei capi di Stato e di governo dell’Ue è stata approvata la parte politica dell’accordo di associazione con l’Ucraina, che era stato respinto dal presidente ucraino Viktor Yanukovich provocando le rivolte di piazza sfociate nella sua destituzione e nell’annessione della Crimea alla Russia. Il presidente stabile del Consiglio, il belga Herman Van Rompuy, e quello della Commissione europea, il portoghese Josè Manuel Barroso, hanno siglato l’intesa con il premier ucraino Arseni Yatseniuk. L’estensione al settore commerciale è rinviata a dopo le elezioni presidenziali in Ucraina del 25 maggio prossimo, che dovrebbero superare i dubbi di legittimità sull’attuale governo provvisorio di Kiev. Van Rompuy ha detto che la cooperazione con l’Ue porterà i 46 milioni di ucraini verso uno «stile di vita europeo».
I 28 leader hanno aggiunto altri notabili, vicini al presidente russo Vladimir Putin, nella lista delle restrizioni sui visti e sul congelamento di beni, pur restando più prudenti rispetto alle analoghe sanzioni del presidente Usa Barack Obama. Tra i nuovi destinatari di ritorsioni dell’Ue, che portano il numero complessivo a 33, sono spuntati personaggi vicini a Putin già nel mirino della Casa Bianca. Nel gruppo spiccano i presidenti del Senato e della Camera, Valentina Matvienko e Sergei Naryshkin, il vicepremier Dimitri Ragozine, influenti consiglieri come Vladislav Surkov e Sergei Glaziev, il capo dell’agenzia di stampa statale Dimitri Kiselyov .
Nel Consiglio a Bruxelles è prevalsa ancora la cancelliera tedesca Angela Merkel, appoggiata dal premier Matteo Renzi, che punta a trovare una soluzione diplomatica con Mosca sul caso Ucraina. Regno Unito, Polonia e altri Paesi membri dell’Est preferirebbero la linea più dura di Obama, che lunedì e martedì prossimi è atteso al summit nucleare a l’Aja e il giorno dopo al vertice Ue-Usa a Bruxelles. Il premier britannico David Cameron ha fatto pressioni per la «sospensione dei negoziati relativi all’adesione della Russia all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico e all’Agenzia internazionale dell’energia».
Van Rompuy ha detto che sanzioni più dure sono allo studio. Merkel non ha escluso di arrivare al settore economico-bancario. Ma confida nelle sue telefonate di mediazione con Putin e nella missione di 100 osservatori dell’Osce in Ucraina, accettata da Mosca dopo l’impegno a non estenderla in Crimea (ormai annessa alla Russia).
La linea tedesca è condivisa da molti altri Paesi membri preoccupati da un eventuale blocco delle forniture di gas e di petrolio russo, che potrebbe penalizzare le rispettive economie nazionali. «Siamo in una situazione incerta, ma spero che presto torneremo all’affidabilità», ha detto Merkel, ammettendo che «anche la reazione dei mercati è stata severamente disturbata». La cancelliera ha però rassicurato ricordando che, sulle forniture energetiche dalla Russia, «finora non abbiamo avuto nessuna esperienza negativa, anche durante la Guerra Fredda». La Bulgaria, che dipende quasi totalmente dal gas e dal petrolio russo, si è opposta a un inasprimento delle sanzioni contro Mosca. Il premier di Sofia, Plamen Oresharski, ha addirittura ipotizzato il veto in caso di «sanzioni economiche troppo pesanti». Il Consiglio Ue ha deciso così di studiare come ridurre la dipendenza energetica dei Paesi membri da Mosca. Merkel ha indicato come alternativa il gas di scisto Usa, che in prospettiva può rendere gli Stati Uniti il principale concorrente della Russia in questo settore.
Ivo Caizzi

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