L’onda del Fronte Nazionale travolge Hollande
PARIGI — Avanzata senza precedenti del Front National alle elezioni municipali francesi, dove l’astensione ha registrato il tasso record del 38,5%. Il partito di Marine Le Pen è in testa a Avignone, Perpignan e in altre importanti città: per la prima volta i lepenisti sono chiamati ad amministrare davvero, non più solo pochi e piccoli villaggi come in passato. L’obiettivo dichiarato alla vigilia — prendere almeno 15 città e fare eleggere mille consiglieri municipali — sembra a portata di mano.
Il voto sanzione contro François Hollande all’Eliseo e il partito socialista al governo, tante volte invocato dall’opposizione di centrodestra, è arrivato, ma a trarne vantaggio sono soprattutto i candidati del Front National. Come Steve Briois, che si aggiudica già al primo turno la città di Hénin-Beaumont (25 mila abitanti) nel Nord della Francia. Il FN arriva in testa, e punta a vincere il secondo turno di domenica prossima, anche in altri comuni importanti. Oltre ad Avignone e Perpignan, a Béziers c’è l’affermazione di Robert Ménard, fondatore di Reporters sans frontières, e pure Frejus, Saint-Gilles, Forbach potrebbero avere un sindaco del Front National. Il FN passa al secondo turno in almeno un centinaio di Comuni.
È un voto catastrofico per il Ps, che sperava di mascherare le difficoltà con due possibili vittorie a Parigi e Marsiglia. Se nella capitale Anne Hidalgo è appena dietro, ma con buone prospettive al ballottaggio, a Nathalie Kosciusko-Morizet, a Marsiglia c’è il crollo simbolico: il sindaco uscente di centrodestra, il 74enne Jean-Claude Gaudin, arriva primo, e il candidato socialista Patrick Mennucci che sperava di vincere si trova superato anche dal lepenista Stéphane Ravier. Entrambi sono a circa 20 punti di distacco dall’anziano Gaudin.
Marine Le Pen, trionfante, ha proclamato che questa «avanzata eccezionale» segna «la fine del bipolarismo della vita politica francese», e potrebbe avere ragione. Il premier Jean-Marc Ayrault ha lanciato un appello al «fronte repubblicano» contro il Front National, chiedendo di appoggiare il candidato socialista o di centrodestra meglio piazzato per sbarrare la strada a quello lepenista, ma il centrodestra invece conferma la linea inaugurata alle cantonali del 2011, ovvero non appoggiare né il Front National né il Partito socialista. Lo ha detto il segretario Jean-François Copé e lo ha ribadito l’ex primo ministro François Fillon, che ha scandito «nessuna resistenza» e «nessuna alleanza».
Ma un conto è sostenere questa linea di rottura alle cantonali, un altro è lasciare che il Front National conquisti città importanti come Avignone. L’ex ministro degli Esteri Alain Juppé, che ieri è stato riconfermato subito al primo turno come sindaco di Bordeaux, ha ricordato che «non esiste alcuna compatibilità tra le idee del Front National e le nostre», suggerendo un probabile prossimo dibattito interno all’Ump. Sembra comunque lontano il clima dell’elezione presidenziale 2002, quando il premier Jospin, superato al primo turno anche da Jean-Marie Le Pen, ebbe il riflesso automatico di chiedere ai propri elettori di votare al secondo turno per l’avversario rispettabile Jacques Chirac, che così vinse con l’82%.
Per il presidente François Hollande è un colpo molto duro. L’astensione record si è manifestata soprattutto tra gli elettori socialisti, almeno un 10% in più rispetto a quelli del centrodestra, e questo indica il grado di disaffezione e di crisi della sinistra. L’avanzata di Marine Le Pen poi è preoccupante, in vista delle Europee che secondo i sondaggi potrebbero consacrare il Front National come primo partito di Francia.
Stefano Montefiori
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