Kerry e Lavrov, l’accordo non c’è: «Manca una visione comune»

by redazione | 15 Marzo 2014 12:32

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Doveva essere l’incontro in extre­mis capace di dise­gnare una tra­iet­to­ria in grado di risol­vere la crisi ucraina, se non prima, almeno a ridosso del refe­ren­dum. Invece, le posi­zioni, è stato detto, riman­gono distanti. «Manca una visione comune», è stato spe­ci­fi­cato dopo l’incontro tra il segre­ta­rio di Stato Usa John Kerry e il mini­stro degli esteri russo Lavrov, svol­tosi ieri a Lon­dra.
Nes­sun accordo e anzi, una sorta di distanza che se pos­si­bile si fa ancora più alta e che senga un par­ziale suc­cesso russo. Non è bastato il no di Obama all’aiuto mili­tare chie­sto da Kiev .Dire, come ha fatto Lavrov, che la Rus­sia, rispet­terà il risul­tato del refe­ren­dum, signi­fica sicura annes­sione della Cri­mea; esat­ta­mente quanto Usa e Kiev non vogliono. E allora si riparte, con la cer­tezza che lunedì a refe­ren­dum con­cluso arri­ve­ranno le san­zioni con­tro la Rus­sia, por­tate avanti dall’Unione europea.«La fede­ra­zione russa — ha spe­ci­fi­cato Lavrov rispon­dendo alle domande dei cro­ni­sti dopo l’incontro con Kerry — non ha alcun piano di inva­dere il sud dell’Ucraina» e «non abbiamo alcun piano di non dare tra­spa­renza rispetto a quello che fac­ciamo». Riguardo le pro­spet­tive di pos­si­bili san­zioni alla Rus­sia, ha aggiunto, «sap­piamo di cosa si parla a Washing­ton, sap­piamo di cosa si parla in Europa e vi posso garan­tire che anche i nostri part­ner si ren­dono conto che le san­zioni sono uno stru­mento con­tro­pro­du­cente. Se verrà adot­tata que­sto tipo di deci­sione da parte delle capi­tali occi­den­tali sarà una deci­sione loro. Che que­sto non con­tri­buirà agli inte­ressi comuni, agli inte­ressi del busi­ness, degli affari, dello svi­luppo in gene­rale dei par­te­na­riati è un fatto».
Anche Kerry ha tenuto una con­fe­renza stampa a mar­gine dell’incontro: se la Rus­sia aumen­terà la ten­sione in Ucraina o le minacce alla popo­la­zione ucraina «ci sarà una rispo­sta più forte, ci saranno con­se­guenze dirette delle scelte che la Rus­sia può ancora deci­dere di adot­tare o non adot­tare», ha spe­ci­fi­cato Kerry. Il col­lo­quio con Lavrov è stato comun­que defi­nito «costrut­tivo». Kerry ha poi aggiunto che gli Stati Uniti rico­no­scono «gli inte­ressi legit­timi della Rus­sia». Il pre­si­dente russo Vla­di­mir Putin, è emerso nel col­lo­quio, non inten­de­rebbe pren­dere deci­sioni prima del refe­ren­dum di dome­nica in Cri­mea, refe­ren­dum che «gli Stati Uniti e la comu­nità inter­na­zio­nale con­si­de­rano illegittimo».
Kerry ha espresso «la forte pre­oc­cu­pa­zione per il dispie­ga­mento di forze in Cri­mea e lungo il con­fine orien­tale, oltre che per le azioni vio­lente dei gio­vani oltre con­fine». Incon­tro pro­fi­cuo, ma fino a un certo punto: gli Usa riman­gono fermi sulla loro con­si­de­ra­zione circa l’esito del referendum.Se Mosca deci­derà di rati­fi­care il risul­tato annet­tendo nei fatti la regione, avrà dato «uno schiaffo in fac­cia a qual­siasi ten­ta­tivo di ten­dere la mano alla Rus­sia, di pro­teg­gere gli inte­ressi della Cri­mea e della Rus­sia e di rispet­tare l’integrità ter­ri­to­riale dell’Ucraina».
Secondo il segre­ta­rio di Stato Usa, «si sono altre opzioni (all’annessione della Cri­mea e alle san­zioni con­tro la Rus­sia) e fino a che Putin non prende una deci­sione tali opzioni rimar­ranno sul tavolo». Infine, il segre­ta­rio di Stato ha spie­gato che, anche se Lavrov ha detto in con­fe­renza stampa che la Rus­sia non intende inva­dere l’Ucraina, «ser­vono fatti e non parole». Aspet­tando dome­nica e Putin.

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