Indennità di accompagnamento e invalidità Ecco il piano dei risparmi antiabusi

by redazione | 18 Marzo 2014 10:53

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ROMA — Cominciamo da quello che non c’è, tra i tagli da 7 miliardi proposti per il 2014 dalla spending review del commissario Carlo Cottarelli, secondo le anticipazioni fornite ieri da Il tempo ( e non smentite dal Tesoro): il blocco dell’indicizzazione delle pensioni, l’intervento su quelle di reversibilità, lo sfoltimento di quelle di guerra e delle indennità di accompagnamento, la sforbiciata agli abusi sulle invalidità. A fronte di tutte queste voci, accanto alle quali il commissario segna un incasso potenziale pari a «zero», c’è un’unica posta che totalizza il risparmio in assoluto più cospicuo: un contributo temporaneo sulle pensioni da 1,4 miliardi. Cui si aggiunge una fiche da 200 milioni che viene dall’allineamento della contribuzione per la pensione di anzianità delle donne agli uomini.
Ma poi sappiamo come è andata: il premier Renzi ha detto che per quest’anno sulle pensioni non s’interverrà, né su quelle d’oro né su quelle d’argento (anche se qualche suo collaboratore insiste che andranno riviste). Intanto il rapporto Cottarelli ha perso così per strada un quinto delle sue potenziali entrate. Senza dire che lo stesso commissario ha già detto che i sette miliardi di tagli erano previsti per l’intero anno e che a questo punto, giunti a marzo, è in grado di garantirne solo tre.
Il rapporto Cottarelli che ieri abbiamo letto si ferma a questo punto, cioè un passo prima delle richieste mosse dal premier di andare oltre i tre miliardi, di arrivare a cinque, almeno a quattro, per coprire parte del taglio del cuneo fiscale da 6,2 miliardi. Da quel momento si è aperta una caccia a ulteriori tagli rispetto a quelli contenuti nel rapporto, che hanno visto mettere sul tavolo, da parte del ministero della Difesa, la possibilità di dimezzare il programma dei caccia F35 per 500 milioni l’anno. Una possibilità che il rapporto Cottarelli non contempla, tanto è vero che alla voce «difesa» per il 2014 i risparmi previsti sono solo pari a 100 milioni, mentre diventano pari a 1,8 miliardi nel 2015 e 2,5 nell’anno successivo.
Allo stesso modo i tagli del commissario si fermano a una cifra pari a zero alla voce «sinergie corpi di polizia» e riorganizzazione di «prefetture, vigili del fuoco e questure», laddove il ministero dell’Interno in questi giorni ha certificato che invece i tagli ci saranno, eccome, e saranno dolorosi.
Su un capitolo invece il commissario sembra confidare molto: quello dei trasferimenti alle imprese, per i quali prevede un taglio di un miliardo sull’intero 2014 per quelli dello Stato e di 400 milioni per quelli delle Regioni. Tra i settori più a rischio, l’autotrasporto ma anche i trasferimenti alle Ferrovie per 300 milioni solo nel 2014. Nel mirino finiscono le partecipate locali soprattutto del settore del trasporto pubblico, ma solo per 100 milioni nel 2014, che però diventa un miliardo l’anno prossimo e due nel 2016. Con l’avvertimento che i risparmi ottenuti a livello locale, secondo il commissario, dovrebbero essere spesi per ridurre la tassazione locale.
Colpisce che alcune delle poste da cui ci si sarebbe aspettati i maggiori risparmi siano quantificati in cifre molto basse, quando non pari a zero. E’ il caso della razionalizzazione della gestione degli immobili, di cui tanto si è parlato, come di quello delle comunità montane, dell’applicazione dei fabbisogni standard dei Comuni e della digitalizzazione della Pubblica amministrazione. Totale risparmi previsti nel 2014: zero. Zero anche dalla riorganizzazione della riscossione fiscale, mentre dalla riforma delle Province quest’anno sono attesi solo 100 milioni di minori costi. Sull’acquisto di beni servizi ci si ferma, sull’intero anno, a 800 milioni, che salgono a 2,3 l’anno prossimo e a 7,2 nel 2016.
Per quanto riguarda i risparmi derivanti dall’efficientamento della spesa, le difficoltà sono emerse nell’ultima riunione del gruppo di studio sui fabbisogni standard, che si è riunito appena 15 giorni fa: al momento siamo al punto in cui si stanno mettendo a disposizione dei Comuni i dati raccolti durante il lavoro di determinazione dei fabbisogni standard allo scopo di fornire indicazioni di comportamento alle amministrazioni, insomma esempi di maggiore efficienza. Resta aperto il problema di come estendere l’applicazione dei fabbisogni standard anche agli enti locali delle regioni a Statuto speciale.
Quanto ai risparmi sulla pubblica amministrazione, la relazione di Cottarelli si limita a conteggiare un taglio da 500 milioni sugli stipendi dei dirigenti, rimandando ogni valutazione sul resto del personale. Minori costi di autoblu e consulenze, tagli ai finanziamenti dei partiti e dei costi degli organi costituzionali ammontano nel complesso quest’anno a 500 milioni. Pochi se si pensa che cento se ne risparmiano cento solo spegnendo un po’ d’illuminazione pubblica in eccesso.
Antonella Baccaro

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