Gli Usa entrano nell’ Expo e cercano sponsor

Gli Usa entrano nell’ Expo e cercano sponsor

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MILANO — «Sono fiero di annunciare l’adesione degli Stati Uniti a Expo 2015». La firma numero cento in calce all’elenco dei partecipanti all’esposizione milanese, per quanto nessuno volesse metterla in dubbio a voce alta, era attesa da qualche tempo con una certa ansia perché è una di quelle che pesano: ma il presidente Barack Obama, al termine dell’incontro con il premier Matteo Renzi, ha finalmente dissipato anche gli ultimi dubbi.
Che gli Usa non volessero affatto snobbare l’appuntamento con Milano, per la verità, Obama lo aveva già anticipato nell’intervista rilasciata ieri al Corriere della Sera : «So che stiamo lavorando alacremente coi nostri partner — aveva detto — per mettere insieme uno straordinario padiglione Usa che mostrerà le innovazioni promosse dall’America in varie aree, dalla sicurezza alimentare a una maggiore abitudine a mangiare cibi sani». Poche ore più tardi è andato oltre impegnandosi di persona: «Tornerò in Italia in occasione di Expo».
In effetti lo spazio per il padiglione a stelle e strisce e il cantiere circostante sono un alveare in fermento già da un pezzo: 2.790 metri quadri subito dopo il fronte da mezzo chilometro occupato da Palazzo Italia, tra Kuwait e Arabia Saudita, ma soprattutto ad appena quattro padiglioni di distanza dalla Russia di Putin, dirimpetto allo spazio tematico dedicato a cereali e tuberi. Tema scelto: «Sicurezza alimentare e stili di vita sani». L’unico problema ancora aperto per il padiglione americano — una sorta di granaio multipiano, con campi verticali e prodotti-simbolo di ognuno dei cinquanta Stati dell’Unione — è chi tirerà fuori i soldi per farlo.
Realizzarlo, stando al preventivo, costerà 45 milioni di dollari. Ma il governo di Washington, per sua regola, non può metterci neanche un cent. E dunque gli americani il denaro devono cercarselo tra gli sponsor. La società promotrice — la «Friends of the Us Pavillion» — ha raccolto senza troppe difficoltà i 5 milioni che servivano come deposito obbligatorio iniziale. Ora si tratta di mietere il resto tra le (numerose) imprese che comunque hanno già garantito la loro presenza: solo questione di tempo, dicono dall’interno.
E la giornata, del resto, si è chiusa con un’antologia di soddisfazione. Il premier Renzi: «Un grande evento legato alle tradizioni italiane e alla possibilità di farle conoscere a tutto il mondo». Il segretario di Stato, John Kerry, dopo l’incontro col commissario Giuseppe Sala: «E noi, con lo stand “Select Usa” , inviteremo a investire nel nostro Paese». Il ministro Martina: «Sono orgoglioso del risultato raggiunto».
Paolo Foschini, Elisabetta Soglio


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