by redazione | 14 Marzo 2014 8:26
Generali torna a fare un utile degno del blasone. Quasi 2 miliardi di euro nel 2013, «il migliore degli ultimi 6 anni, ottenuto interamente grazie alle performance operative», ha sottolineato l’ad Mario Greco, che con l’esercizio chiuso ha praticamente “bruciato” gli obiettivi del piano triennale di 14 mesi fa. «Un anno di trasformazione profonda, ma fondamentale perché dimostra enormi passi avanti e la nostra forte capacità di raggiungere gli obiettivi».
La focalizzazione sul business assicurativo, tornato a dare soddisfazioni a tutte le latitudini – ma
soprattutto in Est Europa – verrà condivisa con gli azionisti, cui il cda ha deciso di proporre un dividendo di 0,45 euro per azione, contro gli 0,20 euro del 2012, quando pesanti svalutazioni di cespiti avevano ridotto a soli 94 milioni l’utile netto. «Questi risultati sono stati possibili grazie al lavoro che è stato fatto nel board e al supporto che non è mai mancato da parte dei consiglieri e degli azionisti», ha aggiunto il manager. Il ritorno della redditività potrebbe riportare la concordia tra i soci forti e i consiglieri, sotto stress per aver passato al setaccio il decennio della gestione di Giovanni Perissinotto e Raffaele Agrusti. Ieri Greco ha informato che «la causa di lavoro (ai due ex, ndr) è cominciata, avrà tempi e sviluppi da causa di lavoro».
Il risultato operativo dell’assicuratore triestino è migliorato del 5,3% a 4.207 milioni di euro, grazie alla crescita dei segmenti Vita (+4,3% il risultato operativo), Danni (+3,5%) e Finanziario (+18,4%). Sale forte la generazione di cassa, a 2,1 miliardi (+38%), già oltre gli obiettivi 2015, e che permetterà di affrontare gli impegni 2014, come l’acquisizione del restante 24% di Ppf holding attiva nell’Est sborsando 1,23 miliardi. La redditività (Roe) cresce di 80 punti base al 12,1%. Meno bene il patrimonio: l’indice Solvency I 2013 lima qualche punto al 141%, anche per lo scomputo di un bond ibrido perpetuo da 500 milioni finanziato da Mediobanca nel 2008, che l’Ivass non ha accettato come capitale; Generali lo rimborserà e rimpiazzerà con un bond al pubblico. A fine febbraio 2014 il Solvency, anche per l’ulteriore apprezzamento dei Btp è tornato al 150%. Il debito si è ridotto di 500 milioni, e nel 2014 «sarà ridotto ulteriormente», mentre l’azienda prevede «di migliorare ancora risultato operativo e utile netto, in linea col piano». Proseguiranno anche le dismissioni, con Bsi svalutata all’uopo (di 217 milioni) e Telco di altri 189 milioni. «L’idea – ha detto il Cfo del Leone, Alberto Minali, agli analisti – è di dissolvere il veicolo e ottenere gli asset sottostanti», che per Generali sono il 4,3% di Telecom Italia. Ci sono due finestre tecniche per chiedere la scissione di Telco: giugno 2013 e febbraio 2014. «Stiamo lavorando per farlo a giugno, se no sarà febbraio», ha detto Greco, deciso a chiudere la disavventura nelle tlc.
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