Il Fondo monetario: l’Italia? Crescerà meno della Grecia

by redazione | 25 Marzo 2014 11:33

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Se non aggancia la ripresa, l’Italia rischia di diventare il fanalino di coda dell’ Europa, staccata di netto anche dalla Grecia nel giro dei prossimi 18 mesi. Lo scenario è previsto nella bozza del «World economic outlook» del Fondo monetario internazionale, del quale l’Ansa ha diffuso ieri un’anticipazione. Quest’anno il Pil italiano e quello greco risultano appaiati sulla crescita dello 0,6%. Nel 2015, però, la nostra economia potrebbe avanzare di un modesto 1,1%, mentre quella greca è vista in corsa 2,9%. Tenuto conto del «gap» di industrializzazione tra i due Paesi, la previsione è a dir poco preoccupante. E per il Fondo si spiega in gran parte con le «condizioni del credito fortemente deteriorate in Italia». Tanto che «ulteriori misure per far ripartire l’offerta di credito potrebbe far aumentare il Pil del 2%».
Osservano gli analisti dell’organizzazione guidata da Christine Lagarde nel rapporto previsionale di primavera: «La persistente contrazione dei prestiti bancari alle imprese nell’area dell’euro solleva preoccupazioni che le condizioni rigide di credito potrebbero ancora agire da resistenza alla crescita economica», dopo aver frenato significativamente il Pil nei Paesi periferici lungo la grande crisi. E mentre Germania e Stati Uniti hanno «sostanzialmente già riassorbito gli effetti negativi degli shock dell’offerta di credito, ancora conseguenze considerevoli restano per Francia, Irlanda, Italia e Spagna». Per raggiungere l’obiettivo, viene ricordato, «è essenziale progredire verso il completamento dell’Unione bancaria».
Più in generale, l’economia dell’area euro «è finalmente riemersa dalla recessione» ma i rischi che ancora pesano sulla ripresa invitano alla prudenza. Per quest’anno il Fmi prevede quindi una crescita dell’1,1% dell’area euro, mentre per il 2015 le stime sono di un Pil in aumento dell’1,4%. Ad agitare l’Eurozona c’è infine lo spettro della deflazione. «Il rischio di una prolungata inflazione bassa» è riconosciuto dalla stessa Lagarde che in un testo preparato per il China Development Forum in corso a Pechino guarda alla Bce chiedendo che il problema venga «affrontato in modo opportuno, incluso il ricorso a politiche monetarie non convenzionali, se necessarie».
Paola Pica

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