La Fiom accusa: il contratto Fiat è più basso delle altre tute blu

La Fiom accusa: il contratto Fiat è più basso delle altre tute blu

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TORINO — Modello Federmeccanica contro modello Fiat, il contratto dei metalmeccanici di Confindustria contro quello dei dipendenti del Lingotto. L’ultima frontiera dello scontro tra organizzazioni sindacali è in busta paga. «Fiat ha sempre sostenuto che l’uscita da Confindustria era un affare per i suoi dipendenti perché il contratto specifico del gruppo avrebbe portato più soldi, ma non è così », attacca Michele De Palma, responsabile auto della Fiom. E snocciola il calcolo: «Per la prima volta da quando è stato istituito nel 2010 il contratto Fiat porterà nelle tasche dei dipendenti del gruppo meno soldi di quelli che arriveranno ai loro colleghi delle aziende collegate a Federmeccanica. Questi ultimi porteranno a casa 25.753,04 euro mentre i dipendenti Fiat arriveranno solo a 25.666,76». Una differenza di 86,28 euro annui che aumenta se si include la quattordicesima, una mensilità che non è compresa nei contratti nazionali ma fa parte di quelli aziendali. Il contratto Fiat è contemporaneamente nazionale e aziendale.
Totalmente diverse le cifre fornite dai sindacati firmatari degli accordi con il Lingotto: «Fino al 31 dicembre scorso — dice Ferdinando Uliano, responsabile auto della Fim — il contratto Fiat dava agli operai del terzo livello 1579,3 euro al mese contro i 1506,7 di Federmeccanica. Dal primo gennaio i dipendenti di Federmeccanica hanno aumentato il loro salario
di 38 euro mentre noi stiamo ancora discutendo con la Fiat sull’aumento per il biennio 2014-2015. In ogni caso, in base ai nostri calcoli, il contratto Fiat è ancora oggi superiore di circa 40 euro mensili», poco meno di 500 all’anno.
La discussione è di attualità perché martedì prossimo i sindacati del «sì» saranno a Torino per discutere la parte salariale del contratto del Lingotto. La Fiat non vuole sentir parlare di aumenti salariali e qualcuno, tra i firmatari degli accordi, comincia a ventilare l’ipotesi del
blocco degli straordinari. Senza un significativo aumento salariale sarà difficile per il gruppo di Torino spiegare ai propri dipendenti la convenienza dell’uscita dal contratto di Confindustria.
Ad animare le polemiche è arrivato ieri pomeriggio un video girato nello stabilimento di Melfi dove un gruppo di dipendenti, insieme al direttore, balla in mezzo alle linee di montaggio. Il video spopola su youtube, si intitola «We are happy from Melfi plant» e aderisce all’iniziativa «www. wearehappyfrom. com» che raccoglie video analoghi da tutto il mondo. «Anche noi balleremo se otterremo gli aumenti salariali richiesti », commenta ironico Uliano. Per De Palma «mentre il direttore di Melfi balla, i lavoratori hanno turni massacranti».


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