by redazione | 13 Marzo 2014 10:29
GERUSALEMME — Non hanno quasi mai smesso di suonare ieri pomeriggio e stanotte le sirene di allarme di Sderot, una delle cittadine israeliane sul confine con Gaza bersagliate ieri da decine di razzi sparati dagli artiglieri della Jihad Islamica. Oltre trenta in meno di due ore sono caduti sulle comunità israeliane che abitano nei pressi di Gaza, gran parte in campi aperti, tre sono stati intercettati dall’Iron Dome (il sistema antimissile israeliano), altri in centri abitati ma causando solo lievi danni.
La Jihad islamica, antagonista di Hamas nella Striscia, ha rivendicato il lancio di oltre cinquanta razzi. L’Intero sud di Israele è sotto allarme, con migliaia di abitanti costretti nei rifugi, mentre una prima rappresaglia ai lanci dei razzi – il più numeroso dal novembre 2012 – è stata affidata all’artiglieria, poi in serata sono iniziati i raid aerei, in attesa forse di un’operazione militare più massiccia destinata a “eliminare” il pericolo. «Se non ci sarà silenzio nel sud di Israele», ha avvertito il premier Benjamin Netanyahu, «presto ci sarà un rumore assordante a Gaza» lasciando intendere che la reazione sarà modulata su ciò che accadrà nelle prossime 24 ore. Un’operazione militare su vasta scala non è mai da scartare vaticinano i generali
in pensione, opinionisti nelle tv israeliane – il ministro degli Esteri Avigdor Liebermann dice chiaramente «dobbiamo tornare ad occupare Gaza » – ma Netanyahu non sembra per ora intenzionato a una escalation nel sud d’Israele e a una nuova guerra. Dall’altra parte del confine la popolazione della Striscia vive ore di grande angoscia mentre Israele accresce la pressione militare sul confine, sotto una pioggia scrociante in molti hanno fatto scorte di combustibile
nel timore che sia imminente un nuovo conflitto.
La nuova offensiva della Jihad islamica, che ha rivendicato l’azione in risposta all’uccisione martedì da parte di Israele di suoi tre miliziani, arriva pochi giorni dopo la conferenza stampa di Netanyahu sulla nave proveniente dall’Iran piena di razzi destinati a Gaza. Ed è apparsa a molti un serio colpo al cessate il fuoco raggiunto nel novembre del 2012 dopo l’operazione “Colonna di Nuvole”.
L’esercito israeliano ha detto ieri sera di ritenere responsabile Hamas «per tutti gli attacchi che partono dalla Striscia di Gaza », anche se è l’artiglieria della Jihad islamica a sparare. Ihab al-Ghussein, portavoce del governo di Hamas ha addossato ad Israele «la responsabilità della escalation rivendicando il diritto del popolo palestinese a difendersi ». Intanto tutta la leadership islamista già da 48 ore è “scomparsa” dalle strade, è al sicuro nei bunker e nei rifugi segreti in attesa della pioggia di bombe israeliane.
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