Chiusura degli Opg? Il pesce d’aprile

by redazione | 25 Marzo 2014 13:58

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«Orrore medioe­vale», ven­nero defi­niti gli Opg da Gior­gio Napo­li­tano; il modello del mani­co­mio cri­mi­nale — teo­riz­zato a fine ’800 e codi­fi­cato da Alfredo Rocco – sem­brava avere tro­vato la sua fine con la legge 9/2012, la quale aveva solen­ne­mente posto un ter­mine: oltre il 31 marzo 2013, il rico­vero in Opg sarebbe stata ese­guito all’interno di «strut­ture sani­ta­rie». Ma in Ita­lia un ter­mine non è da pren­dere seria­mente in con­si­de­ra­zione, sic­ché alla prima pro­roga al 1 Aprile 2014, ne seguirà un’altra (la Con­fe­renza Stato-Regioni ha pro­po­sto un rin­vio al 1 Aprile 2017): la mera­vi­glia, tut­ta­via, nasce anche dall’ibrido sistema in essere che si arti­cola lungo tre direttrici.

I SEI OPG, REPERTO DI ARCHEO­LO­GIA GIURIDICA.

Innan­zi­tutto, i sei Opg ita­liani sono tutti ancora in fun­zione: al 28 feb­braio 2014, erano 1.194 gli inter­nati rin­chiusi in isti­tuti «defi­ni­ti­va­mente supe­rati» secondo la legge. Un clima di dismis­sione potrebbe essere favo­re­vole alla vio­la­zione di diritti dell’individuo: l’attenzione deve con­ti­nuare ad essere alta.

Intanto sono in corso di alle­sti­mento le strut­ture sosti­tu­tive e si chia­me­ranno Resi­denze per l’esecuzione delle misure di sicu­rezza (Rems). Un nome nuovo, per rispet­tare la tra­di­zione. Già, chiu­dono gli Opg ma rimane in piedi il tra­di­zio­nale mec­ca­ni­smo della misura di sicu­rezza, quello pro­dut­tivo della puni­zione per­ma­nente: in pra­tica, si esce solo quando un perito ritiene gua­rito il por­ta­tore di disa­gio psi­chico. Que­ste le carat­te­ri­sti­che delle Rems: a) esclu­siva gestione sani­ta­ria; b) vigi­lanza esterna; c) ogni Regione avrà le pro­prie strut­ture, con un mas­simo di venti posti letto. Alla esclu­siva gestione sani­ta­ria non si accom­pa­gnerà quel sistema di garan­zie “pro­prio” dell’ordinamento peni­ten­zia­rio. Gli Opg sono dotati di un uffi­cio matri­cola, che si occupa dell’accettazione, delle noti­fi­che, dei bene­fici, delle istanze degli inter­nati: le Rems offri­ranno il mede­simo appa­rato di garan­zie? I par­la­men­tari entrano negli Opg senza auto­riz­za­zione: potranno pari­menti eser­ci­tare il loro sin­da­cato ispet­tivo nelle nuove strut­ture? La mol­ti­pli­ca­zione dei luo­ghi di inter­na­mento non aiu­terà, di certo, il con­trollo demo­cra­tico sui medesimi.

«ARTI­CO­LA­ZIONI SANITARIE»

.I mani­comi cri­mi­nali chiu­dono e si aprono strut­ture sosti­tu­tive. Fin qui c’è una logica, peral­tro non con­di­visa da noi (con­trari a tutti i dispo­si­tivi di inter­na­mento e con­vinti che il ter­ri­to­rio e le fami­glie deb­bano essere il luogo di gua­ri­gione della sof­fe­renza men­tale). La logica sem­bra, tut­ta­via, finire quando si apprende che l’amministrazione peni­ten­zia­ria sta appre­stando, e in parte lo ha già fatto, sezioni psi­chia­tri­che interne alle car­ceri, desti­nate ad acco­gliere una parte della popo­la­zione inter­nata negli Opg. Con lin­guag­gio neu­tro, sono state deno­mi­nate «Arti­co­la­zioni sani­ta­rie», abi­li­tate ad ospi­tare cate­go­rie di sog­getti un tempo nor­ma­ti­va­mente desti­nati agli Opg, come i «148» (chia­mati così i con­dan­nati a cui soprav­viene l’infermità psi­chica) e i con­dan­nati mino­rati psi­chici. Un passo indie­tro sotto il pro­filo cul­tu­rale: per­fino Lom­broso ebbe a scri­vere nel 1872 : «Pei cri­mi­nali dive­nuti folli e pei folli che diven­gono cri­mi­nali, la pri­gione è un’ingiustizia».

MANI­COMI IN CAM­PA­NIA? NOT IN MY BACK YARD

La Cam­pa­nia, ospi­tando due dei sei Opg in dismis­sione è un osser­va­to­rio pri­vi­le­giato di quanto sta avve­nendo. Nella regione ci sono due Opg per­fet­ta­mente fun­zio­nanti (Napoli, con circa 100 inter­nati e Aversa, con circa 150) e ben sei sezioni psi­chia­tri­che interne alle car­ceri (Secon­di­gliano, Poz­zuoli, Santa Maria Capua Vetere, Bene­vento, Salerno, S. Angelo dei Lom­bardi). Le Rems sono otto: con decreto del mini­stero della Salute, è stato appro­vato il pro­gramma pre­sen­tato dalla Regione Cam­pa­nia «per la rea­liz­za­zione di strut­ture sani­ta­rie extrao­spe­da­liere», rea­liz­za­zione che impli­cherà gestione del pub­blico denaro. Nel frat­tempo, nel comune di S. Nicola Baro­nia (Av), che ospi­terà una delle resi­denze cam­pane, si è già levata la pro­te­sta ripor­tata dalla stampa locale: qual­cuno avrebbe anche ras­si­cu­rato i cit­ta­dini che «i dete­nuti» non scap­pe­ranno e che si potranno dor­mire sonni tran­quilli. E’ la sin­drome ninby appli­cata al disa­gio mentale.

Nuovo non vuol dire meglio

Infine, c’è un aspetto giu­di­zia­rio da non sot­to­va­lu­tare: avere sei Opg signi­fi­cava avere sei Uffici di sor­ve­glianza com­pe­tenti per ter­ri­to­rio, com­po­sti da magi­strati e fun­zio­nari di can­cel­le­ria che, negli anni, hanno accu­mu­lato un baga­glio di cono­scenza che andrà disperso: indub­bia­mente, erano ese­cu­tori di un odioso appa­rato nor­ma­tivo, ma inter­lo­cu­tori certi. Quando gli Opg saranno effet­ti­va­mente chiusi, sarà com­pe­tente per ter­ri­to­rio l’Ufficio di sor­ve­glianza in cui risie­derà il sog­getto sot­to­po­sto a misura di sicu­rezza: in pra­tica, ogni uffi­cio di sor­ve­glianza d’Italia si occu­perà di pochi casi, che richie­dono espe­rienza con­so­li­data e spe­ci­fica. Dopo oltre dieci anni di bat­ta­glie sono stati nor­ma­ti­va­mente chiusi i mani­comi cri­mi­nali, la bat­ta­glia non sarà tut­ta­via con­clusa fino a quando que­sti luo­ghi dav­vero non avranno più rico­ve­rati. Nel con­tempo, viene in mente Basa­glia, che rispetto ai mani­comi civili ebbe a dire: «La nave del mani­co­mio è affon­data, altre navi, solo in appa­renza meno minac­ciose, si sta­gliano all’orizzonte».

* Pre­si­dente di Antigone-Campania e com­po­nente dell’Osservatorio con­di­zioni di detenzione.

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