Riesplode lo scandalo dei cambi sotto accusa i big bancari

by Sergio Segio | 7 Febbraio 2014 9:46

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NEW YORK — Come centro del crimine organizzato Wall Street non delude mai. Ieri, in un solo giorno, è stato riconosciuto colpevole di insider trading il dirigente di uno dei più grandi hedge fund. E al tempo stesso è ripartita alla grande l’inchiesta sulla manipolazione del mercato dei cambi. Quest’ultima potenzialmente può avere sviluppi analoghi all’inchiesta sulla truffa del Libor, che sfociò in condanne per 6 miliardi di dollari. Il meccanismo è molto simile allo scandalo del Libor. In quel caso gli inquirenti dimostrarono la collusione fra grandi banche che manipolavano a proprio vantaggio un tasso d’interesse di riferimento universale, il Libor, a cui sono agganciati i tassi sui mutui e tanti altri prodotti finanziari. Un complotto analogo viene ora indagato per quanto riguarda le operazioni sulle valute.
Il mercato dei cambi è gigantesco, muove quotidianamente 5.300 miliardi di dollari, è un multiplo delle Borse. L’ultima svolta in quest’indagine è arrivata da Ben Lawsky, capo del New York Department of Financial Services (Dfs), un superpoliziotto dei mercati. Lawsky ha mandato richieste di informazioni a una quindicina di banche, incluse Goldman Sachs, Deutsche Bank, Lloyds, Royal Bank of Scotland, Standard Chartered. Devono rispondere alle accuse sulle manovre dei loro trader: questi ultimi avrebbero manovrato i prezzi delle valute, in modo da danneggiare i clienti e incassare profitti illeciti. E’ un terremoto che sta sconvolgendo molte sale di trading delle grandi banche.
La Deutsche Bank ha già sospeso o cacciato almeno quattro dirigenti. Uno di questi, Robert Wallden, compare in una serie di conversazioni elettroniche (chatroom, scambi di email) sequestrate dall’Fbi. Proprio come nello scandalo Libor, i trader delle grandi banche non si accontentavano di manipolare i mercati a insaputa dei clienti: se ne vantavano pure. Le conversazioni incriminate sono appunto quelle in cui i trader gongolano e si pavoneggiano tra loro, per la propria capacità di “muovere” i mercati.
Anche Goldman Sachs e Citigroup sono state costrette a “separarsi” da alcuni dei propri dirigenti nell’area Forex (abbreviazione che sta per foreign exchange cioè mercato dei cambi). La Citigroup in particolare ha visto la partenza di diversi capi del trading valutario nel settore dell’Asia- Pacifico. Tra questi figura Anil Prasad, un veterano che fu definito “il banchiere più potente del mondo nel mercato delle valute”. Il Dfs non è l’unico organo di vigilanza che lavora a questa maxi-inchiesta. Solo in America, lo scandalo del mercato dei cambi viene indagato anche dai procuratori federali e dalla Commodity Futures Trading Commission. Inchieste parallele sono in corso in Inghilterra (Serious Fraud Office e Financial Conduct Authority), in Svizzera, e a Hong Kong. Uno dei comportamenti illeciti sotto accusa, è quello dei trader che si comunicavano in anticipo i grossi ordinativi di acquisto o vendita di clienti importanti, per speculare subito prima della loro esecuzione avvantaggiandosi di questa conoscenza.
Ieri intanto è giunta la condanna di una giuria federale di Manhattan nel processo per insider trading che riguarda lo hedge fund Sac Capital Advisors. Il tribunale ha giudicato colpevole di insider trading Mathew Martoma, uno dei capi dello hedge fund che appartiene a Steven A. Cohen. Il 39enne Martoma si era procurato delle informazioni confidenziali su una ricerca clinica sperimentale da cui dipendeva il futuro successo di un farmaco contro l’Alzheimer. Forte di quell’informazione riservata, Martona la usò per speculare sul farmaco. La sua condanna giunge al termine di una lunga inchiesta sullo hedge fund, che ha già dovuto pagare 1,2 miliardi di multa.

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