Pronta la carta anti-Fiom

by Sergio Segio | 6 Febbraio 2014 10:09

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Lo scon­tro tra Mau­ri­zio Lan­dini e Susanna Camusso è ormai al livello mas­simo: nei giorni scorsi la segre­ta­ria ha inviato una let­tera al Col­le­gio sta­tu­ta­rio nazio­nale – «un po’ la Corte costi­tu­zio­nale» della Cgil, spie­gano dal suo staff – per chie­dere se le affer­ma­zioni di Lan­dini all’ultimo Diret­tivo – quello del 17 gen­naio – costi­tui­scano una vio­la­zione dello Sta­tuto Cgil, e, nel caso, «come si possa deter­mi­nare il rime­dio o la san­zio­na­bi­lità del com­por­ta­mento stesso». Il lea­der dei metal­mec­ca­nici aveva annun­ciato che la Fiom, in assenza di una con­sul­ta­zione dei lavo­ra­tori, non avrebbe appli­cato l’accordo sulla rap­pre­sen­tanza siglato con Cisl, Uil e Con­fin­du­stria il 10 gen­naio scorso, nono­stante l’approvazione del Direttivo.

Il Col­le­gio ha rispo­sto che in effetti Lan­dini, se dovesse appli­care nel con­creto il suo annun­cio, vio­le­rebbe il prin­ci­pio della «uni­cità dell’organizzazione», che pre­vede il dibat­tito libero delle diverse opi­nioni, ma l’obbligo per chi fa parte della Cgil di rispet­tarle una volta che gli orga­ni­smi com­pe­tenti abbiano preso una deci­sione. Il segre­ta­rio della Fiom, in que­sto caso, rischie­rebbe grosso: come pre­vede lo stesso Sta­tuto, dal sem­plice richiamo scritto, alla sospen­sione dalla carica da 3 a 12 mesi, fino addi­rit­tura all’espulsione.

Insomma, la segre­ta­ria ha voluto sco­prire le carte: se Lan­dini annun­cia che non rispet­terà una deci­sione del Diret­tivo, dall’altro lato la Cgil ha chiaro il per­corso che si dovrà com­piere. Anche se, ci tiene a pre­ci­sare il por­ta­voce di Camusso, «per ora non è suc­cesso niente, siamo solo a un annun­cio, e nes­suno è stato defe­rito agli organi di garan­zia: il Col­le­gio è un orga­ni­smo che for­ni­sce inter­pre­ta­zioni sulle nostre regole, ma non ha poteri disciplinari».

A san­zio­nare è un altro organo, il Comi­tato di garan­zia (prima inter­re­gio­nale, e poi, in caso, nazio­nale). Ma ieri la Cgil, in pole­mica con il Fatto, ha negato che sia stato avviato alcun pro­ce­di­mento disci­pli­nare o il com­mis­sa­ria­mento del lea­der Fiom, bol­lando come «errate e stru­men­tali» le noti­zie ripor­tate dal quo­ti­diano, che scri­veva ieri del «ten­ta­tivo del segre­ta­rio della Cgil di san­zio­nare sul piano disci­pli­nare» Landini.

«È una fal­sità – ha comu­ni­cato la Cgil in una nota, dif­fusa sul suo sito web – Non esi­ste, infatti, alcun espo­sto nei con­fronti della Fiom Cgil o del suo segre­ta­rio gene­rale. Non esi­ste alcuna pro­ce­dura di com­mis­sa­ria­mento della Fiom Cgil, né alcun pro­ce­di­mento disci­pli­nare nei con­fronti di qual­si­vo­glia suo dirigente».

Ma se è vero que­sto, va anche ricor­dato che la let­tera con cui Camusso si è rivolta (per­so­nal­mente, come sem­plice iscritta, e non a nome della segre­te­ria Cgil) al Col­le­gio sta­tu­ta­rio, si con­clude appunto con la richie­sta dell’esistenza di una pos­si­bi­lità di «san­zio­nare». E dal suo staff con­fer­mano che l’eventualità non è attuale, ma che lo sarebbe qua­lora qual­cuno vio­lasse lo Sta­tuto: «Se qual­che cate­go­ria – spie­gano – non volesse appli­care quell’accordo, ma siamo sicuri che que­sto non avverrà, si pre­vede che si avviino le pro­ce­dure nei comi­tati di garan­zia inter­re­gio­nale e nazionale».

«Pen­siamo solo se que­sto acca­desse in que­sti mesi – rispon­dono dalla Fiom – Se Lan­dini fosse sospeso, al con­gresso di aprile dovrebbe venire uno della con­fe­de­ra­zione a pro­porre un altro segre­ta­rio. E come pen­sate che ver­rebbe accolto?».

Insomma la ten­sione e altis­sima, e ieri Lan­dini è rima­sto saldo sulle sue posi­zioni: «Se fosse vero che la Cgil è pronta a denun­ciarci presso gli organi di garan­zia sarebbe un fatto gra­vis­simo – ha spie­gato – Noi abbiamo chie­sto e con­ti­nuiamo a chie­dere che i lavo­ra­tori pos­sano votare sull’accordo, e per ora sin­ce­ra­mente mi sto con­cen­trando su ver­tenze come quelle della Elec­tro­lux, dei tanti lavo­ra­tori licen­ziati o in cassa».

A con­fer­mare che la Cgil per ora resta in stand-by, e che abbia solo voluto chie­dere un’interpretazione – ma per gio­care a carte sco­perte – è un altro mem­bro della segre­te­ria con­fe­de­rale, Nicola Nico­losi: «Venerdì scorso – rac­conta – Camusso ci ha scritto una mail pre­oc­cu­pata, in cui spie­gava che si stava dif­fon­dendo una noti­zia, che lei volesse pro­ce­dere disci­pli­nar­mente con­tro Lan­dini. Ci ha spie­gato che non è in atto nes­sun pro­cesso del genere, e che si è solo rivolta al Col­le­gio statutario».

La Cgil d’altronde ha spie­gato che il voto sull’accordo non è vie­tato, e che anzi si sta (o si sta­rebbe) svol­gendo: infatti è pos­si­bile met­tere al voto, nelle assem­blee di con­gresso, l’ordine del giorno del Diret­tivo del 10 gen­naio, sta­bi­lendo così se si è d’accordo con Camusso o con Landini.

Ma il voto può essere fatto in coda, e non deve essere col­le­gato ai docu­menti del con­gresso. Non è insomma la con­sul­ta­zione che vor­rebbe Lan­dini, il quale chiede che venga sospeso il con­gresso, che si costi­tui­sca una vota­zione ad hoc, e che peral­tro a votare siano solo i lavo­ra­tori inte­res­sati all’accordo con la Con­fin­du­stria, cioè quelli dell’industria pri­vata. «Credo abbia ragione Lan­dini – dice Nico­losi, di Lavoro Società – ma ritengo che la vota­zione possa essere fatta alle assem­blee di Cgil, Cisl e Uil che si apri­ranno dopo le nostre congressuali».

«Die­tro tutto que­sto – con­clu­dono dallo staff di Camusso – c’è qual­cosa di più pro­fondo: uno scon­tro sulla con­fe­de­ra­lità e l’autonomia delle cate­go­rie. È la prima volta nella nostra sto­ria che una cate­go­ria non vuole rispet­tare una deci­sione appro­vata dal Direttivo».

Ten­sione che si legge nelle parole di Camusso dopo l’incontro Landini-Renzi di ieri mat­tina: il lea­der Fiom ha voluto por­tare le sue pro­po­ste al segre­ta­rio Pd, per farle inter­lo­quire con il Jobs Act. Ma a Camusso que­sto incon­tro non è andato giù: «Se, per esem­pio – ha spie­gato – si discute di cassa inte­gra­zione e di ammor­tiz­za­tori, que­sto non è tema che può riguar­dare solo la Fiom ma tutte le cate­go­rie e quindi tutta la con­fe­de­ra­zione: a pro­po­sito di tra­spa­renza e di tito­la­rità, sarebbe bene cam­biare metodo di discussione».

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