Pollari e gli altri, tutti assolti per «segreto di Stato»

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redazione il manifesto

Caso Abu Omar. Colpo di spugna della Cassazione sul caso dell’imam rapito a Milano e torturato in Egitto. Secondo i giudici i vertici del Sismi non potevano essere indagati

Anche se è di Pul­ci­nella, il segreto era e resta di Stato. Per que­sto motivo la Cas­sa­zione ieri ha pro­sciolto defi­ni­ti­va­mente Nicolò Pol­lari, Marco Man­cini e altri tre agenti del Sismi per la vicenda Abu Omar, l’ex imam seque­strato dalla Cia e suc­ces­si­va­mente tor­tu­rato in Egitto. L’azione penale, infatti, «non poteva essere pro­se­guita per l’esistenza del segreto di Stato».

Con que­sto dispo­si­tivo la prima sezione penale della Suprema Corte ha annul­lato senza rin­vio la sen­tenza emessa dalla Corte d’appello di Milano il 12 feb­braio 2013, nel pro­cesso di appello bis, con la quale Pol­lari era stato con­dan­nato a 10 anni di reclu­sione, il suo vice Marco Man­cini a 9 e a 6 anni gli altri tre agenti del Sismi. La Cas­sa­zione, dun­que, ha deciso di chiu­dere il processo.

Per gli ex ver­tici del Sismi, sia in primo che in secondo grado, era stato pro­nun­ciato il non luogo a pro­ce­dere e solo la Cas­sa­zione nel 2012 aveva ria­perto il pro­ce­di­mento a loco carico, dispo­nendo un appello-bis. La vicenda riguarda il seque­stro dell’ex imam avve­nuto il 17 feb­braio di 11 anni fa davanti alla moschea mila­nese di viale Jen­ner. Quel giorno entra­rono in azione gli 007 ame­ri­cani, con la coper­tura dei ser­vizi segreti italiani.


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