by Sergio Segio | 5 Febbraio 2014 8:52
ROMA — Conti in rosso per 14,4 miliardi nel 2013 e 12 miliardi nel 2014. Ma il 43% in meno di nuove pensioni erogate lo scorso anno e un altro 8% in meno quest’anno. Due aspetti della stessa medaglia: lo stato di salute dell’Inps e dei pensionati. Da una parte l’Istituto paga ancora la fusione con Inpdap ed Enpals, di qui i buchi. Dall’altro, la riforma Fornero è entrata a pieno regime e sempre più lavoratori devono rimandare la quiescenza. Entrambi i fattori – uniti allo stanziamento contabile operato dalla legge di Stabilità pari a 25,2 miliardi – serviranno a mantenere in attivo il patrimonio che nel 2014 avrà però ancora il segno meno (-4,5 miliardi).
«Il sistema previdenziale è perfettamente in equilibrio», ha assicurato ieri l’Inps, commentando i dati del bilancio del 2013 e quello di previsione del 2014, pubblicato in anteprima da Repubblica. it.
Ovvero gli ultimi documenti contabili firmati dal presidente Mastrapasqua che ieri si è dimesso anche dalla vicepresidenza di Equitalia, da Coni Servizi e da Idea Fimit. Per la successione a Mister 25 Poltrone, ieri il governo considerava l’opzione commissario («È una valutazione che stiamo facendo, ma aspettiamo che torni il presidente del Consiglio», chiosava il ministro del Lavoro Giovannini). Ma in queste ore avanza spedita la candidatura di Mauro Marè, 54 anni, docente di economia e presidente dal 2004 di Mefop Spa, una società partecipata dal ministero dell’Economia e da ottanta fondi pensione, fondata nel 1999 proprio per lo sviluppo del “Mercato dei fondi pensione”. Il professor Marè è considerato un uomo vicino alla sinistra (collaboratore di fiducia di Giuliano Amato con cui ha scritto due libri nel 2001 e nel 2007 proprio sulle pensioni e sul pilastro integrativo). Ma che non dispiace alla destra, visto che nel passato ha collaborato anche con Tremonti.
Ieri dunque una nota dell’Inps ha stemperato l’allarme sul rosso nei conti e il rischio ammanco nel patrimonio. Specificando che «il miglioramento di oltre 25 miliardi (quelli stanziati dalla legge di Stabilità, ndr) della situazione patrimoniale sarà rilevato in occasione della prima nota di variazione al bilancio preventivo 2014». Dunque il previsto “buco” da 4 miliardi e mezzo in realtà diventerà un attivo di oltre 20,6 miliardi. La situazione contabile non è comunque tra le più floride, causa crisi e calo della contribuzione, visto anche lo stop alle assunzioni nel settore pubblico e i posti persi per ristrutturazioni e licenziamenti. La stretta Fornero – con requisiti più alti per l’uscita – dà una mano, certo. Gli assegni liquidati sono passati da 1,14 milioni nel 2012 a 649 mila nel 2013 (-43%) e caleranno ancora quest’anno a 597 mila (-8,2%). Senza dimenticare però che la questione esodati (senza lavoro né pensione) non è ancora del tutto risolta. Per quanto riguarda il contributo dei vari fondi, ancora una volta si conferma il paradosso per cui il fondo dei precari (in attivo per 96 miliardi) e quello alimentato dai contributi per ma-lattia, maternità, disoccupazione (in attivo per 179 miliardi) mantengono a galla tutti gli altri (fondo dei lavoratori dipendenti in rosso per 119 miliardi, fondo dei coltivatori diretti -80 miliardi, fondo artigiani -48 miliardi).
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