La legge elettorale alla prova decisiva L’incognita dei cento voti segreti

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ROMA — La settimana cruciale per la maggioranza comincia alle 16.15 di oggi, quando, trascorso da circa due ore il termine di presentazione, il «comitato dei nove» presso la commissione Affari costituzionali comincerà l’esame degli oltre 400 emendamenti della riforma elettorale, ormai nota come Italicum. A guidare i lavori sarà il presidente dell’organismo parlamentare, il forzista Francesco Paolo Sisto che è anche il relatore. I nove dovranno dare un parere e stabilire la compatibilità delle modifiche rispetto al testo base che approderà domani nell’aula di Montecitorio, dove sono previste 24-25 ore di discussione. «La legge è solida e ha un suo perché», dice con convinzione Sisto. Tuttavia il vero problema è tutto politico, al di là degli aggiustamenti tecnici sul meccanismo di trasformazione dei voti in seggi sul quale stanno lavorando da giorni gli esperti. Reggerà l’accordo tra Matteo Renzi, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano? Reggerà alla prova dei voti segreti (potrebbero essere un centinaio se non bloccati da un maxiemendamento) che alla Camera è possibile chiedere sulla materia elettorale? A quanti fanno notare questo pericolo, chi segue il dossier per conto del Pd replica obiettando che un primo esame, quella sulle eccezioni di costituzionalità, è stato superato con il 92% di voti a favore da parte del gruppo, e che le preoccupazioni al riguardo appaiono eccessive. Del resto nega propositi guerreschi anche Gianni Cuperlo, che è il punto di riferimento delle minoranze interne del Pd, quelle stesse indiziate di volersi prendere una rivincita e assai critiche con Renzi per avere scelto come interlocutore Berlusconi. «Nessun cecchinaggio, nessuna trappola contro questa riforma. Stiamo parlando della tenuta del nostro Paese e sentiamo un profondo senso di responsabilità», garantisce l’ex presidente del Pd. «Nessuna trappola — insiste Cuperlo — ma bisogna ragionare su alcuni miglioramenti che non debbono mettere in discussione l’impianto: servono migliorie sulla rappresentanza delle donne e sulle liste bloccate». L’esponente del Pd propone anche, per rendere applicabile l’Italicum, il superamento del bicameralismo paritario perché, in caso di elezioni, argomenta, «senza quella riforma il rischio è di avere una legge incostituzionale». Al riguardo un altro esponente del Pd, Giuseppe Lauricella, ha scritto e già depositato una modifica che va proprio nella direzione auspicata da Cuperlo. E cioè lega l’entrata in vigore del nuovo sistema di voto all’approvazione del Senato delle autonomie. Una modifica questa che, riferiscono dall’entourage dei renziani, «è fuori dell’accordo». «Sospendere l’applicazione dell’Italicum in attesa dell’altra riforma significa bloccare tutto», concorda Sisto. In questo quadro di tensione si colloca l’incontro che si terrà in serata tra lo stesso Renzi e i deputati proprio alla vigilia del passaggio in Aula della riforma.
Al momento, un punto di equilibrio che raccolga le varie richieste e che le traduca in norme non è stato ancora trovato. Anche se, come riferisce il ministro Gaetano Quagliariello, è probabile che nel primo pomeriggio venga presentato dallo stesso relatore un maxiemendamento che tenga conto di tutto.
Pertanto, in linea di massima, lo schema sarebbe questo: la soglia di accesso di una lista coalizzata scenderebbe dal 5 al 4,5%, sarebbe dell’8 per quelle non coalizzate, mentre lo sbarramento per le coalizioni è al 12. Per accedere al premio di governabilità è necessario raggiungere il 37%, verrebbe cioè ritoccato all’insù per evitare il rischio di incostituzionalità. La lista o la coalizione che lo supera al primo turno si aggiudica 340 seggi. Qualora nessuno raggiungesse tale soglia si va al ballottaggio al quale accedono i primi due. Al secondo turno non sono ammessi apparentamenti. Chi arriva primo si aggiudica 327 seggi. È inoltre previsto il cosiddetto «salva Lega», ovvero una norma che consente a chi raggiunga il 9% in almeno tre circoscrizioni di potere accedere al riparto dei seggi.
Lorenzo Fuccaro


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