La kermesse Fiat non vede il dolore degli operai

by Sergio Segio | 7 Febbraio 2014 10:22

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Sta­mat­tina i respon­sa­bili degli oltre 700 con­ces­sio­nari ita­liani e stra­nieri della Fiat Chry­sler tro­ve­ranno ai can­celli dello sta­bi­li­mento di Pomi­gliano d’Arco gli ope­rai a pre­si­diare gli ingressi. Sono i col­le­ghi di Pino De Cre­scenzo, morto sui­cida mer­co­ledì dopo sei anni di cassa inte­gra­zione a zero ore nel reparto Wcl di Nola, il polo della logi­stica Fiat mai entrato in funzione.

Ieri si erano ritro­vati al fune­rale nella par­roc­chia di Pomi­gliano che Pino fre­quen­tava fin da bam­bino, oggi tor­nano ai var­chi per­ché non ci stanno a lasciare che la ker­messe orche­strata dal Lin­gotto pro­ceda come se il loro col­lega non fosse mai esi­stito o la sua morte non avesse valore. Il Comi­tato di lotta cas­sain­te­grati e licen­ziati, Lo Slai Cobas in cui Pino mili­tava, la Fiom sono pre­senti per ricor­dare che la cura Mar­chionne ha un costo e lo pagano gli ope­rai tutti i giorni.

“Hanno orga­niz­zato una festa buona per la poli­tica e per i sin­da­cati di cir­co­stanza – com­menta Luigi Aprea, dello Slai Cobas –, certo non è per le con­fe­de­ra­zioni di base né per gli ope­rai. Nep­pure per quelli che lavo­rano sulle linee, sotto ricatto tutti i giorni, come se aves­sero una pistola alla tempia”.

La ten­sione è forte a Pomi­gliano: “Pino – spiega lo Slai Cobas — era finito con altri 315 ope­rai in cig senza fine: il Wcl di Nola non è mai entrato in fun­zione per­ché la logi­stica, in una fab­brica auto­mo­bi­li­stica, è neces­sa­ria­mente svolta in loco, essendo fun­zio­nale all’alimentazione dei par­ti­co­lari da assem­blare alle scoc­che nelle linee del mon­tag­gio car­roz­ze­ria. Il Wcl sin­te­tizza al mas­simo le frot­tole indu­striali della Fiat, plau­dite dall’intero qua­dro politico-istituzionale e sindacale”.

Gli alle­sti­menti sono pro­se­guiti anche nel giorno del fune­rale, così al Giam­bat­ti­sta Vico sono arri­vate pol­trone, tap­peti, maxi­schermi e hanno per­sino com­ple­tato il palco per la con­ven­tion della rete ven­dita. Ad acco­gliere gli ospiti il respon­sa­bile delle atti­vità dell’azienda in Europa, Medio Oriente e Africa, Alfredo Alta­villa. Da Torino spie­gano che Mar­chionne non ci sarà, ma in molti si aspet­tano per oggi una sua sortita.

Le indi­scre­zioni davano tra i par­te­ci­panti anche pos­si­bili inve­sti­tori, part­ner con cui copro­durre nuove vet­ture. La sola Panda al Vico non basta ma un secondo modello non sem­bra esserci all’orizzonte. La Fiat ha più volte pro­vato, ad esem­pio con la Mazda, ad avviare nello sta­bi­li­mento napo­le­tano delle part­ner­ship su piat­ta­forme comuni. Per ora senza esito.

Nei ver­tici il clima è sereno: all’ad andranno 7 milioni di stock grant, sud­di­vise in tre anni, appro­vate dagli azio­ni­sti del 2012. Il Comi­tato Mogli Ope­rai Pomi­gliano fa però l’elenco dei costi umani della ristrut­tu­ra­zione: “A Pomi­gliano d’Arco, qual­che giorno fa, stava per sui­ci­darsi lan­cian­dosi dal tetto insieme ai suoi tre figli M. D., moglie di un ope­raio da 7 anni licen­ziato arbi­tra­ria­mente e ancora in attesa della causa, riman­data alle ‘calende gre­che’ dal Tri­bu­nale di Nola. La notte dello scorso otto­bre un altro ope­raio Fiat in cig ha ten­tato il sui­ci­dio get­tan­dosi dal caval­ca­via dell’A16 a Mari­gliano. Già nell’agosto del 2011 C. P., 44 anni di Scam­pia, tentò il sui­ci­dio taglian­dosi le vene. Il primo mag­gio 2010 M. C., addetto del polo logi­stico di Nola, dopo essersi licen­ziato un mese prima per dispe­ra­zione, si lan­ciò dal bal­cone della pro­pria casa a Castel­lam­mare. Sono decine le minacce di sui­ci­dio di lavo­ra­tori dispe­rati che si vedono pre­cluso dalla Fiat ogni futuro”.

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