Bollette, il giallo dell’emendamento pro-aumenti
MILANO — Il piccolo aumento dello 0,7% delle bollette dell’energia elettrica, entrato in vigore dal primo gennaio scorso, potrebbe essere solo l’antipasto. E più sostanziosi rincari — ma ancora impossibili da quantificare — potrebbero concretizzarsi a carico delle famiglie e delle piccole medie imprese se dovesse andare in porto un progetto destinato a rivoluzionare il complicato meccanismo che regola la formazione dei prezzi dell’energia nel nostro paese, dopo la liberalizzazione del servizio avvenuta a partire dal 1999.
A lanciare l’allarme sono stati i parlamentari del Movimento Cinque Stelle, sia al Senato che alla Camera, che fanno parte delle commissioni Attività produttive. Allarme preventivo, come vedremo, perché la vicenda presenta più di un aspetto ancora da chiarire. Deputati e senatori grillini sostengono di essere entrati in possesso di un emendamento al decreto “Destinazione Italia” in cui, detto in estrema sintesi — si prevederebbe l’abolizione del meccanismo che, al momento, “tutela” i consumatori che non sono passati al mercato libero, con la sparizione dell’Acquirente Unico, società pubblica che compra l’energia dai produttori. Anche della società che gestisce la Borsa elettrica passerebbe dallo Stato a privati e banche.
Riforma di cui, in realtà si parla da anni. Per rendere il settore meno burocratico, ma anche per liberalizzare il servizio a tutti gli effetti. Mentre per le telecomunicazioni si è assistito a un drastico calo delle tariffe — sia sul fisso che sul mobile — che gli operatori costretti a una continua guerra di sconti, nell’elettricità è avvenuto il fenomeno opposto. Sia per il peso del metano nella produzione di elettricità in Italia (il cui prezzo è stato a lungo ancorato al petrolio, rincarato del 230% dal 1999), sia per il lungo elenco di “oneri di sistema” che vengono finanziati dalle bollette di famiglie e Pmi: si va dagli incentivi agli industriali energivori (responsabili, ad esempio, dell’aumento di gennaio) a quelli per le rinnovabili.
Secondo i grillini, l’emendamento porterebbe a un aumento ulteriore delle bollette e sarebbe un favore «alle grandi lobby dell’energia a scapito dei consumatori e delle piccole imprese» perché con la privatizzazione «gestirebbero il servizio a proprio vantaggio ». Sempre che l’emendamento venga presentato: al momento non è agli atti, anche se alcune fonti, tra gli addetti ai lavori, sostengono che il governo ne sia già a conoscenza.
Di sicuro, è tutto materiale che finirà nel dossier che l’Unione europea starebbe per aprire sui costi dell’energia nei paesi membri. Bruxelles vuole capire come mai mentre i prezzi all’ingrosso dell’elettricità e del gas sono scesi negli ultimi anni, mentre le bollette per le famiglie e le piccole e medie imprese non hanno seguito la stessa strada in discesa. E in Italia, meno ancora che altrove.
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