Avvertimento Ue alla Svizzera

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La Ue allerta Berna sulle con­se­guenze del voto sulla limi­ta­zione della libera cir­co­la­zione, pen­sando a Lon­dra, capi­tale che ha rea­gito con grande com­pren­sione sul risul­tato del refe­ren­dum di dome­nica. David Came­ron è pre­gato di gua­dare molto da vicino cosa suc­ce­derà nelle rela­zioni tra Sviz­zera e Ue, per sop­pe­sare bene i pro e i con­tro di un refe­ren­dum e di un rine­go­ziato con Bru­xel­les che il pre­mier bri­tan­nico vor­rebbe indire per il 2017. Bru­xel­les ha annul­lato la riu­nione del 17 feb­braio con la Sviz­zera sull’elettricità, dove era pre­vi­sto con­ti­nuare la discus­sione in vista dell’entrata della Con­fe­de­ra­zione elve­tica nella rete elet­trica comu­ni­ta­ria per uti­liz­zarne le reti. “Alla luce della nuova situa­zione – afferma Bru­xel­les – non è pre­vi­sto nes­sun nego­ziato tec­nico”. Era dal 2007 che il nego­ziato andava avanti e la con­clu­sione era ormai a por­tata di mano. La Ue, per il momento, non parla ancora di san­zioni con­tro Berna, molto dipen­derà da come il governo fede­rale rece­pirà e attuerà il risul­tato del refe­ren­dum, vinto dagli anti-europei con un pic­co­lis­simo mar­gine (50,34%) e che ha spac­cato la Sviz­zera in due, cam­pa­gne con­tro città, Sviz­zera tede­sca e Ticino con­tro Sviz­zera fran­cese. La Con­fe­de­ra­zione, sulla carta, ha tre anni di tempo per rein­tro­durre le quote di immi­grati. Ci saranno con­se­guenze per i lavo­ra­tori tran­sfron­ta­lieri, ma – avverte la Ue – anche per i 430mila sviz­zeri resi­denti in uno dei 28 paesi della Ue, che finora hanno gli stessi diritti di sog­giorno dei cit­ta­dini della Ue, hanno accesso al wel­fare e al lavoro, c’è rico­no­sci­mento reci­proco delle qua­li­fi­che pro­fes­sio­nali ecc. Visto che, come afferma la com­mis­sa­ria Viviane Reding, “sin­gle mar­ket is not a Swiss cheese”, cioè un Emmen­tal con i buchi, la libera cir­co­la­zione è parte di un tutto e, se cade, tra­scina con sé anche tutti gli altri accordi che legano la Sviz­zera all’Unione euro­pea. “Le quat­tro libertà fon­da­men­tali sono parte inte­grante dei rap­porti tra Con­fe­de­ra­zione elve­tica e Ue, sono indi­vi­si­bili, è impos­si­bile sepa­rare la libera cir­co­la­zione degli indi­vi­dui da quella dei capi­tali” ha ricor­dato Bru­xel­les. Pros­si­ma­mente, verrà sul tap­peto la que­stione di Schen­gen: il refe­ren­dum non riguar­dava l’adesione a que­sto trat­tato inter­go­ver­na­tivo, ma è evi­dente che se viene bloc­cata la libera cir­co­la­zione decade anche Schen­gen e tor­nano le dogane alle fron­tiere e la neces­sità del pas­sa­porto. La Sviz­zera potrebbe venire pena­liz­zata anche nella col­la­bo­ra­zione scien­ti­fica e nei pro­grammi Era­smus di cir­co­la­zione degli stu­denti. La prova del nove sull’atteggiamento del governo sviz­zero saranno le deci­sioni che ver­ranno prese sulla libera cir­co­la­zione con la Croa­zia, che in via di prin­ci­pio dove­vano entrare in vigore il 1° luglio pros­simo, dopo un nuovo voto popolare.

Il voto sviz­zero pre­oc­cupa la Com­mis­sione e molti stati mem­bri, a comin­ciare dalla Ger­ma­nia – che è stato il paese, con l’Italia, ad aver rea­gito con più fer­mezza – anche per­ché rischia di avere con­se­guenze all’interno della Ue. Pre­oc­cupa la rea­zione bri­tan­nica. “Il voto sviz­zero riflette un’inquietudine cre­scente a pro­po­sito della libera cir­co­la­zione – ha affer­mato un por­ta­voce di Came­ron – per que­sto il primo mini­stro discute su que­sto con i suoi omo­lo­ghi euro­pei e con­ti­nuerà a farlo”, con lo scopo di otte­nere con­ces­sioni, dopo aver già posto osta­coli per bul­gari e rumeni. L’estrema destra austriaca vor­rebbe anch’essa ispi­rarsi degli sviz­zeri, men­tre in Fran­cia il risul­tato elve­tico, accolto con entu­sia­smo da Marine Le Pen, ha susci­tato anche “com­pren­sione” nell’Ump (ma per motivi di poli­tica interna, con­tro l’immigrazione in gene­rale). La Nor­ve­gia sogna invece di seguire la Sviz­zera con un refe­ren­dum ana­logo: Oslo è nello Spa­zio eco­no­mico euro­peo e par­te­cipa a Schengen.


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