Alfano raddoppia Lampedusa e crea un Cie a S.Giuliano
L’ampliamento del centro di Lampedusa, l’istituzione di un mega centro di accoglienza a San Giuliano di Puglia e il potenziamento del sistema Sprar. Questi i prossimi interventi annunciati dal ministero degli interni sulle politiche di immigrazione ed accoglienza.
I dati vengono forniti nella risposta all’interrogazione parlamentare inoltrata lo scorso dicembre dal deputato del Movimento 5 Stelle, Francesco D’Uva, che dopo diverse ispezioni nel nuovo centro di «smistamento» per migranti allestito a Messina, sul modello degli ex centri Puglia, ha chiesto spiegazioni sulla situazione del messinese in particolare e dell’accoglienza migranti in generale. Nella risposta il ministro Alfano annuncia l’ampliamento del centro di Lampedusa tramite i lavori di ristrutturazione avviati il 10 novembre scorso «che consentiranno di ampliare la capienza fino a più di 350 posti riducendo la possibilità che si verifichino situazioni di sovraffollamento della struttura». Lungi dall’essere chiuso — come dichiarato nei giorni successivi alla diffusione del video choc sulle «disinfestazioni di massa» — il centro di Lampedusa si avvia ad un considerevole ampliamento. Il termine dei lavori è previsto in primavera. La circolare ministeriale conferma, inoltre, l’istituzione di un centro a San Giuliano di Puglia per « migranti vulnerabili, famiglie e minori in particolare, nel quale potranno essere ospitate fino a mille persone».
L’ipotesi san Giuliano, ormai ufficializzata, aveva già scatenato molte polemiche nella cittadina terremotata, soprattutto per via delle cifre: la popolazione locale, infatti, supera di poco le 1100 unità. «Per le fasi successive alla prima accoglienza — secondo il Viminale — si evidenziano gli sforzi, anche finanziari, sostenuti per l’ampliamento dello Sprar. Tale sistema che garantisce quasi 10 mila posti sarà potenziato nel corso del prossimo triennio, fino a raggiungerne 16 mila. Gli enti locali restano comunque obbligati a garantire una percentuale di posti aggiuntivi».
Intanto, le notizie che provengono dai centri della Sicilia sono tutt’altro che confortanti. Le ultime riguardano soprattutto Messina e Siracusa. Per il centro della città in riva allo Stretto, sono stati resi noti i verbali dell’azienda sanitaria che boccia le condizioni igieniche della tendopoli allestita dalla prefettura. Nonostante ciò, altri 100 migranti sono stati trasferiti da Augusta nel campo profughi messinese, che arriva a vantare, così, quasi duecento ospiti. Scandalo, inoltre, suscita l’accoglienza riservata a diversi minori non accompagnati nel Siracusano, tenuti in centri sportivi senza nessun preciso statuto giuridico. A denunciare questa ennesima violazione dei diritti, tra gli altri, il professore dell’Università di Palermo, Fulvio Vassallo Paleologo. Paola Ottaviano, inoltre, avvocato dell’associazione «Borderline Sicilia», accende i riflettori su quello che definisce «un abominio giuridico», ovvero la recente pratica dei «respingimenti differiti». Alla luce degli ultimi respingimenti avvenuti ieri a Siracusa e Ragusa, Paola Ottaviano sottolinea che: «Tali provvedimenti colpiscono persone sbarcate sul territorio nazionale che vengono raggiunte dal respingimento prima che abbiano la possibilità di accedere alla procedura della protezione internazionale. È una pratica arbitraria che pone la persona in questione in un pericoloso stato di clandestinità».
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