by Sergio Segio | 6 Febbraio 2014 9:49
ROMA — L’Inps ha centinaia di immobili di proprietà, eppure paga più di 120 milioni di euro in affitti per uffici. L’Inps prevede di chiudere il 2014 con un deficit di 12 miliardi, eppure riesce a trovare 55 milioni di euro di premio produzione per i suoi dirigenti. L’Inps, per effetto del decreto sulla spending review, dovrà tagliare la spesa di almeno 500 milioni, eppure versa, per servizi informatici, 170 milioni a Finmeccanica, Telecom, Ibm, Kpmg e Deloitte, un maxiappalto che ha suscitato più di una perplessità da parte della Corte dei Conti.
C’è questo e molto altro nelle 172 pagine del “Preventivo finanziario gestionale”, un documento riservato che porta la firma del direttore generale del-l’Istituto, Mauro Nori, e che Repubblica è in grado di anticipare. Una montagna di denari che si perde in decine di rivoli di spesa. La voce più consistente è quella del personale che da sola vale 1,85 miliardi di euro. Pesa la fusione degli enti previdenziali soppressi, a partire dall’Inpdap, che ha portato in eredità sul bilancio dell’Inps anche i 20,2 milioni per sussidi ai figli dei dipendenti per le colonie estive, le festività di fine anno e le attività ricreative.
Briciole nella galassia multimiliardaria dei costi sostenuti ogni anno dall’Ente (il totale supera i 300 miliardi di euro). Anche queste, però, come scrive la Corte dei Conti, fanno lievitare la montagna dei 4,5 miliardi che servono per far funzionare l’Istituto di previdenza più grande d’Europa.
Proprio oggi il Comitato di Valutazione interno voterà una delibera per sanzionare il presidente dimissionario Antonio Mastrapasqua per come ha gestito l’enorme patrimonio immobiliare di cui l’Inps è proprietario: vale intorno ai 3,2 miliardi, e nonostante questo sul bilancio ci sono quasi 60 milioni di canoni d’affitto per altri locali,
adibiti a uffici. Non solo. Ci sono anche i 64 milioni per edifici che però non sono più del-l’Inps, perché ceduti al Fondo immobili pubblici.
I problemi non finiscono qui. Sulla scrivania di Mastrapasqua giace da oltre un mese un’altra richiesta del Comitato: la lista completa delle società a cui sono stati affidati contratti di consulenza. Alcuni dirigenti parlano proprio di un “Inps ombra”: funzioni che fino a poco tempo fa erano svolte da personale interno oggi sono affidate
a società e grossi advisor. Naturalmente al prezzo di ricche parcelle. Un capitolo delicato, questo, che però nel Preventivo finanziario non si vede. È spalmato sulla miriade di voci, non tutte chiare, di cui si compone. Ufficialmente la spesa per consulenze è pari a zero, eppure rientrano tra i compensi vari a professionisti esterni i 2 milioni per gli incarichi agli avvocati domiciliatari, gli 1,4 milioni per la gestione degli immobili e, ancora, i 35 milioni di onorari ai medici esterni delle commissioni che accertano l’invalidità civile. E poi c’è il maxi-appalto informatico da 170 milioni, assegnato con gara a Finmeccanica, Telecom, Ibm, Kpmg e Deloitte, e finito sotto la lente della Corte dei Conti che ha segnalato un incremento della spesa del 135 per cento in un solo anno,
pari a 74,3 milioni di euro.
Se il successore di Mastrapasqua vorrà davvero tagliare, come lo Stato richiede all’Istituto, dovrà guardare tra queste voci. Anche perché il saldo della situazione attuale può diventare veramente negativo per i dipendenti: risparmiare 500 milioni di euro, mezzo miliardo, potrebbe significare anche ridurre di 3mila unità il personale, sulle 30mila totali. Anche di questo si parlerà nel Consiglio dei ministri di oggi, e di questo si parla da qualche settimana negli uffici della direzione generale dell’Istituto. Un motivo di ansia in più, per i lavoratori dell’Inps.
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