Accordo sui 1.900 esuberi Alitalia

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ROMA — Grazie all’accordo raggiunto all’alba tra sindacati e Alitalia l’ingresso di Etihad, il Cavaliere bianco arabo, è a un passo. I risparmi attesi da cassa integrazione a rotazione e solidarietà, sono vicini agli 80 milioni di euro, e dopo questa intesa la strada verso l’integrazione tra le due compagnie sembra spalancarsi.
All’appello, però, di milioni ne mancano altri 48 visto che l’obiettivo dell’ad Alitalia Gabriele Del Torchio era di ottenere risparmi da 128 milioni di euro. E la prossima settimana il numero uno della compagnia potrebbe tornare alla carica coi sindacati chiedendo ulteriori sacrifici al personale.
Le acque non sarebbero quindi tranquille anche perché nell’accordo siglato è stato incluso uno slittamento del pagamento degli stipendi dal 27 del mese al primo giorno di quello successivo. Una “rimodulazione” che tecnicamente permetterà alla compagnia italiana un ulteriore risparmio.
Etihad, nel frattempo, va avanti con la due diligence: gli arabi avevano posto in cima all’agenda della trattativa per l’ingresso in Alitalia, proprio la questione del via libera sindacale al piano di riduzione dei costi. L’ultimo ostacolo da superare resta quello del debito pregresso (circa 2,3 miliardi di euro) le cui nebbie si stanno diradando dopo i ripetuti incontri con le banche e parte dei creditori.
I sindacati e l’azienda, intanto, incassano questo accordo giunto intorno alle sei del mattino, come tradizione nelle trattative che nel corso degli ultimi 30 anni hanno
interessato Alitalia. Sono due i pilastri su cui regge l’intesa: la cassa integrazione a rotazione per il personale di terra e i contratti di solidarietà per il personale navigante
che interesseranno dal 1 marzo 1.900 dipendenti. Spazzata via dal tavolo la cig a zero ore, la cui procedura era stata attivata e poi ritirata dall’azienda, negli ultimi
giorni si è arrivati ad un compromesso che permette di alleggerire il peso della cassa sui dipendenti di terra mantenendo intatti i saldi.
Del Torchio, nelle ultime ore, si è recato ad Abu Dhabi, il quartier generale di Etihad dove ha incontrato il numero uno James Hogan «con cui abbiamo fatto il punto della situazione». Del Torchio è certo che «nel giro di qualche settimana si arriverà alla stesura del piano industriale per i prossimi cinque anni». I due manager hanno anche affrontato il nodo degli scali milanesi che, come conferma Del Torchio, resteranno strategici anche in caso di alleanza con gli arabi: «Non vogliamo abbandonare Malpensa. Anzi, punteremo a potenziarla e credo che l’Expo 2015 rappresenti una grande opportunità».
Infine le reazioni all’accordo sindacale, che viene giudicato un punto di svolta dai sindacati di categoria: «In un momento molto delicato per Alitalia i lavoratori si sono fatti carico ancora una volta di sacrifici che impatteranno direttamente sui loro salari. Tutto ciò deve essere propedeutico, e vigileremo in tal senso, al rilancio dell’azienda e alla discontinuità delle cause che hanno prodotto questa crisi» dice il segretario della Uiltrasporti Claudio Tarlazzi. La Fit Cisl parla di «un passo importante per il rilancio di Alitalia». Per la Filt Cgil «con l’intesa si è raggiunto il punto di condivisione necessario per gestire il piano di interventi di sopravvivenza di Alitalia ». Infine, secondo il numero uno dell’Ugl Giovanni Centrella «l’accordo è stato raggiunto grazie al senso di responsabilità dei sindacati e dell’azienda».


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