Il padre di Internet: “Così la rifonderò 25 anni dopo”
Innumerevoli studiosi hanno poi contribuito allo sviluppo della rete, ma lui ne è considerato universalmente il “padre”. Adesso propone una serie di iniziative per “salvare il web” e farlo ulteriormente progredire. In un articolo per l’edizione inglese della rivista Wired, Berners-Lee afferma che, come qualsiasi 25enne, il web comincia soltanto ora a mostrare il suo pieno potenziale: «Ma è un potenziale che mi eccita e preoccupa allo stesso tempo, perché è sotto la minaccia di abusi da parte di governi, aziende e attività criminali».
Accanto alle azioni di terroristi cibernetici, di società che cercano di avere il monopolio del settore e di forme di censura statale, il pericolo maggiore è costituito,
secondo Berners-Lee, da programmi di sorveglianza di massa da parte di agenzie di spionaggio elettronico negli Stati Uniti e in Gran Bretagna come quelli rivelati dalla talpa Edward Snowden nel Datagate, che rischiano di condurre «a una generalizzata perdita di fiducia e a una balcanizzazione del web».
Le sue proposte si muovono in quattro direzioni. La prima è la «re-decentralizzazione » del web. Chiunque può costruire un nuovo sito. E quando un sito chiude, il resto del web continua a funzionare indisturbato. Ma motori di ricerca, social network e sistemi di software, avverte Berners-Lee, possono oggi realizzare una situazione di quasi monopolio che rischia di limitare la libertà della rete. Sebbene le aziende leader della rivoluzione digitale siano spesso i propulsori di innovazioni positive, conclude, «dobbiamo stare in guardia davanti alla concentrazione eccessiva ». Occorre dunque avviare un’opera di nuova decentralizzazione del web, che permetterà di modernizzarlo e difenderlo dagli abusi. Una seconda necessità è mantenere il web aperto a tutti: ogni piattaforma deve essere libera di usare il software che vuole installare. Un terzo impegno è quello di una sempre maggiore inclusione: più del 60% della popolazione mondiale è ancora tagliata fuori dal web. I costi restano una barriera per molti. Infine va combattuta una battaglia per la protezione della privacy e la libertà di espressione: dalla lotta alla censura alla denuncia dei programmi di spionaggio e a norme che impediscano un’indiscriminata sorveglianza di massa.
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