Termini Imerese scende in piazza con gli operai
Migliaia di persone stanno partecipando alla mobilitazione organizzata da Fiom, Fim e Uilm. Sono scesi in piazza i commercianti, gli artigiani, i sindaci dei Comuni limitrofi, gli studenti, alcuni politici e anche i parroci delle chiese locali. Nei giorni scorsi la Chiesa si è schierata con gli operai, inviando ai fedeli per invitarli alla mobilitazione.
“Abbiamo pagato le divisioni tra i sindacati, dobbiamo smetterla di dividerci. Siamo di fronte al fatto che Fiat sta andando via da Termini Imerese e dal nostro paese. Credo che le divisioni che ci sono state dentro la Fiat tra i sindacati debbano farci fare dei bilanci” ha affermato il leader della Fiom, Maurizio Landini. “Non possiamo accettare che la Fiat si presenti al tavolo su Termini Imerese da osservatore. Il governo assuma le proprie responsabilità favorendo soluzioni industriali, la Fiat le proprie”. Le richieste sindacali sono “ammortizzatori sociali per tutto il 2014 e il ritiro dei licenziamenti. Domani questo risultato deve essere portato a casa” ha spiegato Landini.
Tuttavia, a seguito delle delicate questioni interne al Governo, è stato rinviato il vertice in programma domani al ministero dello Sviluppo economico, in programma domani. La riunione dovrebbe tenersi martedì 18 febbraio. “Stiamo lavorando per rimettere in moto l’attività produttiva a Termini Imerese, per garantire il lavoro attraverso una soluzione industriale e produttiva e garantendo gli ammortizzatori sociali” ha detto oggi il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato.
Related Articles
Merkel in soccorso a Samaras e in migliaia scendono in piazza
Ieri migliaia di ateniesi hanno manifestato sfidando il divieto e i cinquemila poliziotti mobilitati dal governo di Antonis Samaras per proteggere la sua ospite e protettrice: la cancelliere Angela Merkel
G20. Un vertice conflittuale, tra clima e commercio mondiale
Vertice. Dopo una tappa a Versavia ieri, Trump oggi incontra Putin per la prima volta
Oltre mille morti e 1 milione di «no» per il Rana Plaza
BANGLADESH. Dopo 17 giorni di forsennate ricerche una ragazza di 19 anni, Reshma, imprigionata in una bolla tra le macerie del Rana Plaza imploso due settimane fa a Dacca, è uscita viva da un inferno che ha ancora un bilancio provvisorio.