«Illegale è la legge». La Street verso l’Europa

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llle­gale è la legge. Que­sto il titolo della street<CW-35> parade nazio­nale anti­proi­bi­zio­ni­sta che oggi attra­ver­serà la Capi­tale, con par­tenza alle ore 13 da Piazza Bocca della Verità. Dopo anni di resi­stenza, spesso silen­ziosa, il movi­mento anti­proi­bi­zio­ni­sta torna in piazza. Otto anni dopo l’approvazione della ora­mai fami­ge­rata legge Fini-Giovanardi sulle dro­ghe, la spe­ranza di vol­tare final­mente pagina: l’11 feb­braio la Corte Costi­tu­zio­nale è chia­mata a pro­nun­ciarsi sulla costi­tu­zio­na­lità o meno della legge, dopo i dubbi avan­zati da diverse sen­tenze di tribunale.

All’appello della mani­fe­sta­zione hanno ade­rito tante realtà sociali di base, cen­tri sociali e coor­di­na­menti stu­den­te­schi, ma anche cir­coli Arci e asso­cia­zioni come Anti­gone e il Forum Dro­ghe, ammi­ni­stra­tori locali e arti­sti. Ci saranno anche ope­ra­tori sociali e coo­pe­ra­tive che si occu­pano di ridu­zione del danno e tos­si­co­di­pen­denza, in prima fila come sem­pre la Comu­nità di San Bene­detto al Porto fon­data da Don Gallo. In piazza anche tutto quel mondo, che spesso usa la rete e i forum per scam­biarsi opi­nioni e orga­niz­zarsi, fatto dai «pazienti impa­zienti», che chie­dono di poter usare più facil­mente la mari­juana come cura inte­gra­tiva per malat­tie come il can­cro, la scle­rosi mul­ti­pla o l’epilessia, e gli over­grow, ovvero i col­ti­va­tori di marijuana.

Il fronte anti­proi­bi­zio­ni­sta in que­sti anni di feroce appli­ca­zione della Fini-Giovanardi si è allar­gato. Una legge ingiu­sta ha forse creato per sua stessa causa gli anti­corpi nella società per essere final­mente supe­rata. Una legge liber­ti­cida, che com­mina pene spro­po­si­tate ed equi­vale di fatto dro­ghe pesanti e leg­gere, assot­ti­glia fino alla discre­zio­na­lità la dif­fe­renza tra spac­cio e con­sumo, ha pro­dotto morti (come Aldo Bian­zino, il fale­gname umbro morto in car­cere dove era stato tra­dotto per qual­che pianta d’erba) e sof­fe­renza. Così in piazza ci saranno senza dub­bio le ragioni dei con­su­ma­tori, per­se­guiti e stig­ma­tiz­zati come cri­mi­nali, ma non solo. Pro­ta­go­ni­sti tutti quelli impe­gnati a costruire un nuovo garan­ti­smo, che non può che pas­sare per l’abolizione della Fini-Giovanardi così come della Bossi-Fini, e una riforma del nostro anti­quato codice penale. Pro­ta­go­ni­sta della mani­fe­sta­zione sarà anche una nuova gene­ra­zione anti­ma­fia, che ha capito come la libe­ra­liz­za­zione delle sostanze stu­pe­fa­centi è l’unico modo per col­pire il nar­co­traf­fico delle mafie, che leggi sem­pre più restrit­tive non fanno altro che rafforzare.

Se il fal­li­mento della «war on drugs» su scala mon­diale è sotto gli occhi di tutti, tanto che dal Colo­rado all’Uruguay molti paesi stanno imboc­cando in maniera decisa la strada della lega­liz­za­zione e la fine della tol­le­ranza zero, l’Italia con­ti­nua ad avere una legi­sla­zione tra le più arre­trate d’Europa, in com­pa­gnia di Paesi come la Bul­ga­ria e Cipro. Anche la pic­cola Esto­nia ha una legge sul con­sumo per­so­nale più avan­zata della nostra, per non par­lare della Spa­gna e chia­ra­mente dell’Olanda. Per que­sto gli orga­niz­za­tori della parade di oggi non si vogliono accon­ten­tare dell’abolizione della Fini-Giovanardi. Un’impresa dif­fi­cile in un Paese in cui il tema “droga” è stato al cen­tro solo di cro­ciate e dibat­titi ideo­lo­gici. In con­tro­ten­denza il ddl pre­sen­tato dal sena­tore demo­cra­tico Luigi Man­coni che pre­vede la libe­ra­liz­za­zione della col­ti­va­zione a fini per­so­nali, il ripri­stino della distin­zione tra dro­ghe leg­gere e pesanti, la dimi­nu­zione della san­zioni penali e ammi­ni­stra­tivo. Non sarebbe ancora la legge sognata dal movi­mento anti­proi­bi­zio­ni­sta, ma sicu­ra­mente un bel passo avanti. Se il mini­stro della Salute Loren­zin si è detta con­tra­ria al dise­gno di legge di Man­coni, più cauto il segre­ta­rio Renzi che ha invi­tato ad abo­lire prima la nor­ma­tiva vigente e solo dopo ad aprire una discus­sione su una nuova legge.

Pole­mica infine tra il car­tello orga­niz­za­tore e i Radi­cali di Pan­nella invi­tati, come suc­cesso già altre volte, a non pre­sen­tarsi in piazza nono­stante la loro sto­rica cro­ciata anti­proi­bi­zio­ni­sta. In un docu­mento inti­to­lato «I Radi­cali e Noi» gli orga­niz­za­tori impu­tano al par­tito di Pan­nella e Bonino le posi­zioni in favore degli inter­venti mili­tari e il neo­li­be­ri­smo in campo poli­tico ed eco­no­mico, rite­nute incon­ci­lia­bili con lo spi­rito della manifestazione.


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