by Sergio Segio | 14 Gennaio 2014 8:13
I due leader ad ottobre si erano detti contrari — «Non siamo d’accordo», avevano scritto sul web —, spiegando che «nel merito questo emendamento è un invito agli emigranti dell’Africa e del Medio Oriente a imbarcarsi per l’Italia». La loro posizione, però, non è stata condivisa dalla base. In sette ore, «15.839 persone hanno votato per la sua abrogazione, 9.093 per il mantenimento. I votanti sono stati 24.932 — comunica il blog— . Gli aventi diritto erano gli iscritti certificati al 30 giugno 2013, pari a 80.383». E precisa poi: «Con l’abrogazione si mantiene comunque il procedimento amministrativo di espulsione che sanziona coloro che violano le norme sull’ingresso e il soggiorno nello Stato».
Molti deputati e senatori si sono detti «soddisfatti» per l’esito. A partire proprio dai fedelissimi. «Il risultato è una grande vittoria della democrazia a 5 stelle. Abbiamo dimostrato a tutti da dove arrivano i “diktat”… dai cittadini», ha dichiarato Maurizio Santangelo. Il neocapogruppo a Palazzo Madama ha poi lanciato una provocazione agli altri partiti: «Consultate i vostri iscritti in Rete sulle proposte che portate in Parlamento. Se il Partito democratico avesse consultato i propri iscritti sulla proposta M5S di Rodotà presidente della Repubblica oggi avremmo un altro capo dello Stato». Maurizio Buccarella, uno dei firmatari dell’emendamento che ha dato il via alla discussione, è «contento»: «L’aspetto personale viene in secondo piano, ma è confortante vedere che la maggioranza ha compreso i motivi della proposta». E si rallegra del voto online «È la prima volta che succede una cosa del genere». «E adesso chi dice che la democrazia a cinque stelle non esiste, è in malafede», gli fa eco la senatrice Elena Fattori.
Ma il voto e le successive dichiarazioni sono state solo il culmine di una giornata molto complessa, che ha visto emergere tutte le divisioni tra i pentastellati. Gli «aperturisti», infatti, hanno manifestato già nelle prime ore del voto dure critiche per le modalità scelte. Secondo Luis Alberto Orellana, si tratta dell’«ennesima presa in giro» o di «una palese dimostrazione di totale incapacità e di approccio dilettantesco a una questione così importante», lamentandosi sia per la mancanza di spiegazioni offerte ai militanti sia per il tempo ristretto concesso agli attivisti per il voto. Francesco Campanella e Lorenzo Battista attaccano direttamente lo stratega dei Cinque Stelle, che cura il sito. «Il blog gestito così — scrive Campanella — diventa un’arma nelle mani di qualcuno che si è convinto di poter gestire più di 150 parlamentari con strategie di organizzazione di rete aziendale. Togliamo quella pistola a Casaleggio». «Penso sia giunto il momento di dire basta a questa gestione del blog/portale/sistema operativo», rincara la dose Battista. Anche Fabrizio Bocchino si lamenta: «La democrazia diretta non è decidere su un tema come il reato di clandestinità con un frettoloso “click dal telefonino”». Commenti che hanno creato diversi malumori in seno al Movimento, a partire proprio da Casaleggio, che — come spiegano fonti vicine ai Cinque Stelle — si è mostrato «amareggiato per le contestazioni, ma soddisfatto dal risultato».
Emanuele Buzzi
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