Tsipras, il seduttore greco della sinistra italiana
MILANO — Ha la stessa età di Renzi, ma — dice chi lo sostiene — è «l’opposto». Il nome che da qualche giorno fa palpitare il cuore della sinistra italiana è greco. Alexis Tsipras, 39 anni, ingegnere, dal 2009 alla testa di Syriza, cartello della sinistra radicale che, sotto la sua guida, ha surclassato i socialisti del Pasok diventando il secondo partito del Paese e potenzialmente il primo alle prossime elezioni secondo i sondaggi. Gli ultimi a subire il fascino del leader greco sono stati in Italia i delegati di Sel: il partito guidato da Nichi Vendola, entrato a congresso venerdì con un piede dentro la socialdemocrazia europea, ne è uscito ieri con l’ipotesi ben più radicale di sostenere Alexis Tsipras (382 sì, 68 no, 123 astenuti) alla guida della Commissione europea. Abbandonata l’idea di appoggiare per quella carica il presidente del Parlamento europeo Martin Schulz (il socialista tedesco che avrà invece i voti del Pd). Vendola, dopo discussioni e divisioni, ha dovuto ricorrere a uno slalom linguistico: «Siamo con Tsipras ma non contro Schulz». Nella svolta «greca» di Sel ha contato anche il brutto clima con il Pd di Renzi, a cominciare dalla legge elettorale, mentre i contrari all’inversione di rotta fanno notare che Tsipras è già il candidato del Gue, il gruppo dei partiti della sinistra più radicale in Europa, e appoggiarlo significherebbe per i «vendoliani» tornare in un mondo (a cominciare dai cugini separati di Rifondazione comunista) da cui si erano allontanati proprio per allearsi con il Pd.
Sel a parte, il nome di Alexis Tsipras a sinistra corre veloce da qualche giorno. L’idea di una lista che porti il suo nome per le prossime Europee è nata tra alcuni intellettuali. La partenza è semplice: Barbara Spinelli, scrittrice e figlia di Altero Spinelli, figura storica dell’europeismo in Italia, segnala al direttore di Micromega Paolo Flores d’Arcais un discorso sull’Europa tenuto da Tsipras a Vienna davanti a una platea di socialdemocratici. Flores d’Arcais ne parla con pochi altri e alla fine, in sei (oltre a Flores e Spinelli, lo scrittore Andrea Camilleri, i sociologi Luciano Gallino e Marco Revelli, l’economista Guido Viale) scrivono direttamente al politico greco, illustrando la loro ipotesi: una lista della società civile che avesse lui come riferimento. Tsipras manda in Italia due parlamentari del suo partito, discutono, e poi il leader dice di sì. L’appello per la lista è stato lanciato martedì scorso online. In sei giorni sono arrivate circa diecimila adesioni. Paolo Flores d’Arcais è stupito: «Questa non è la solita petizione, si chiede di aderire a un progetto, si lascia il nome e la mail. Non dico che siano già militanti, ma poco ci manca». Il direttore di Micromega in questi anni di mobilitazioni ne ha attivate altre, dai girotondi al Popolo viola. Stavolta il progetto è più politico: «In Italia per una larga fetta della società civile c’è una specie di tenaglia: o Renzi o Grillo. A questa tenaglia molte persone, aderendo al nostro appello, dicono di volersi sottrarre, cercano un’altra strada».Già, ma che fascino può esercitare un politico di un altro Paese su una sinistra-sinistra ammaccata da batoste recenti? «Innanzitutto — risponde Flores D’Arcais — proprio perché Tsipras è greco. Scegliersi un riferimento ad Atene, e non a Berlino, ha già una forza simbolica. E poi rappresenta il Paese che soffre di più per le politiche di austerity e tuttavia ha saputo dare allo scontento uno sbocco democratico, senza che la rabbia diventasse populismo». Per Flores d’Arcais il punto centrale è che «la lista, autonoma e della società civile, non è affatto contro l’Europa». «Anche in questo caso — dice — c’è una strettoia: o si sostiene l’Europa dei poteri finanziari e dell’inciucio tra popolari e socialdemocratici, oppure ci sono i nazionalisti, gli euroscettici. Ecco, noi proponiamo più Europa, ma non questa». In Italia dietro al nome di Alexis Tsipras il tentativo potrebbe essere più vasto del vecchio mondo delle sinistre radicali: «Il fatto che Sel abbia accettato il passo indietro è incoraggiante e poi — conclude Flores d’Arcais — preferisco parlare di una lista della cittadinanza attiva. A partiti e partitini dico: siete benvenuti, basta che lasciate da parte sigle ed egoismi. Tanto nessun politico che ha ricoperto cariche negli ultimi anni sarà candidato nel nome di Tsipras».
Massimo Rebotti
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