by Sergio Segio | 21 Gennaio 2014 8:09
Secondo il movimento americano, infatti, l’1% della popolazione mondiale detiene più della metà della ricchezza mondiale e condanna alla miseria il resto del pianeta, cioè il 99% delle donne e degli uomini. Oxfam dimostra che questa stima era approssimata per difetto. La ricchezza di metà della popolazione mondiale, 3 miliardi e 570 milioni di persone, è detenuta solo da 85 super-ricchi. Buona parte dei soldi espropriati, sottolinea il rapporto, è stata occultata nei paradisi fiscali. Oggi sette persone su 10 vivono in paesi dove meno dell’1% delle famiglie detiene il 46% della ricchezza globale che viene calcolata in 110.000 miliardi di dollari. Questa estrema diseguaglianza tra ricchi e poveri produce un progressivo annientamento dei processi democratici a favore delle élite economiche che piegano le politiche nazionali ai loro interessi.
Sin dalla fine degli anni Settanta, la tassazione per i più ricchi è diminuita in 29 paesi su 30. I ricchi non hanno solo guadagnato di più, ma hanno potuto beneficiare di un taglio delle tasse. In più hanno strappato risorse fondamentali alle classi povere e medie, cioè le vittime della grande recessione globale iniziata nel 2007–2008. Dai sondaggi condotti in India, Sud Africa, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti, la maggior parte degli interlocutori di Oxfam è convinta che le leggi e i parlamenti lavorino solo per favorire i più ricchi. In Africa le multinazionali, in particolare quelle dell’industria mineraria estrattiva, usano la loro influenza per non pagare tasse e royalties. In India, i miliardari sono aumentati dopo l’adozione da parte del governo di politiche fiscali regressive. Negli Usa il reddito dell’1% delle famiglie ha raggiunto il livello della vigilia della Grande Depressione. In Europa i redditi delle 10 persone più ricche superano il costo totale delle misure di stimolo attuate nell’Unione Europea tra il 2008 e il 2010 (217.000 milioni di euro contro 200.000).
Oxfam si appella alla necessità di combattere la diseguaglianza «per vincere la lotta contro la povertà». Il presidente Usa Obama ne ha fatto un vessillo. Anche a Davos dicono di volersi impegnarsi in tal senso.
Riusciranno a fermare la guerra in corso contro i poveri?
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