by Sergio Segio | 5 Gennaio 2014 8:43
MILANO — Giorni difficili, a Siena. La pausa festiva ha rallentato ma non interrotto i tentativi di mediazione e la ricerca di una soluzione, che da qualsiasi parte la si guardi resta comunque difficile. Al momento non risulta ancora fissato un nuovo consiglio di amministrazione, oltre a quello di routine già stabilito per il 16 gennaio. Le attese sono per una convocazione anticipata, anche solo di una manciata di giorni, in cui dovrebbe essere sciolto il primo nodo, quello relativo alla permanenza ai vertici di Alessandro Profumo e Fabrizio Viola.
I due manager hanno rinviato qualsiasi decisione al momento del cda, dopo la doccia fredda del voto assembleare che ha rimandato a maggio-giugno l’aumento di capitale. Non è nemmeno detto che la decisione che verrà presa sia la stessa, per Profumo e per Viola; di sicuro è una scelta molto difficile (e altrettanto il contesto) tanto che nessuno si spinge a fare pronostici certi, ma certo le dimissioni sono tutt’altro che escluse.
L’altra incognita forte di questi giorni riguarda il destino del pacchetto di azioni Mps della Fondazione. Si continua a parlare di un possibile coinvolgimento in soccorso delle altre Fondazioni bancarie, a partire da Cariplo (che alcuni osservatori ritengono molto interessata a trovare una soluzione al problema Montepaschi) e si è fatto ripetutamente il nome di Cariverona. Non risulta invece un interesse da parte di Abaar, il fondo di investimento di Abu Dhabi importante azionista di Unicredit e che esprime come vice presidente Luca Montezemolo. Lo stesso top manager, che in questi giorni si trova ad Abu Dhabi, ha escluso un coinvolgimento del fondo nel dossier, sebbene l’ipotesi sia circolata nei giorni scorsi.
Per Algebris la posizione sembra un po’ più sfumata: genericamente stanno guardando il dossier, ma sono ben lontani da aver preso una decisione in proposito.
Nei prossimi giorni, forse già tra il 7 e il 9, dovrebbe intanto esserci l’incontro tra il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, e i sindacati nazionali di categoria. «Il sindacato è unito nel chiedere il rilancio di Mps e l’obiettivo è di far restare al loro posto Viola e Profumo», dice Agostino Megale (Fisac), che sottolinea anche la necessità di avere «il sostegno del governo» per trovare una soluzione. Un po’ lo stesso concetto espresso anche da Lando Sileoni (Fabi): «La posizione di stallo non giova a nessuno, il ministro dovrebbe prendere una posizione». In alcuni ambienti sta ritornando a prendere quota l’ipotesi di un intervento della Cdp. Il tempo a disposizione per trovare una soluzione, per togliere almeno qualche elemento di incertezza, è sempre meno; c’è chi lo conta in giorni. Aver spostato in là l’aumento di capitale significa impattare con l’avvio dell’asset quality review e con un possibile ingorgo nella richiesta di mezzi freschi (oltre a Mps ci saranno Carige e Bpm). Il consorzio di garanzia attuale decade a gennaio; uno nuovo è sempre possibile e almeno Mediobanca si è già detta disponibile a partecipare, se qualcuno glielo chiederà. Ma certo le condizioni sono più difficili e probabilmente più onerose (per la banca).
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