Moody’s avverte Marchionne “Fiat rischia il declassamento”
TORINO — Moody’s ipotizza un downgrade per Fiat dopo l’acquisizione di Chrysler da parte del Lingotto. Oggi la casa di Torino è valutata Ba3 dalla società di rating. Un eventuale declassamento la porterebbe a B1. L’annuncio di osservazione riguarda 11,7 miliardi di euro di debiti e coinvolge solo Fiat perché due giorni fa Moody’s aveva invece annunciato di lasciare invariato il giudizio su Chrysler.
A giustificare l’ipotesi di downgrade il fatto che «l’annunciata acquisizione di Chrysler indebolirà materialmente la posizione di liquidità di Fiat in un momento in cui l’azienda ha un free cash flow negativo», come ha scritto il vicepresidente di Moody’s, Falk Frey. In ogni caso la società di rating considera che i flussi di cassa non utilizzati nell’operazione, quelli che si genereranno dall’attività aziendale e le linee di credito con le banche dovrebbero essere sufficienti a coprire le necessità per il 2014. Infine gli analisti considerano che le difficoltà di cassa del Lingotto potrebbero essere aumentate dalla situazione del mercato sudamericano dove fino a pochi anni fa Fiat era leader incontrastato e oggi invece mantiene il primo posto dovendo fronteggiare una concorrenza sempre più agguerrita.
L’annuncio della società di rating è considerato a Torino come una sorta di atto prevedibile che non necessariamente porterà al downgrade che minaccia. In realtà prima di dare un giudizio Moody’s, come tutti gli altri osservatori, dovrà attendere il calendario verso la fusione tra Torino e Detroit che il consiglio di amministrazione Fiat dovrebbe cominciare a delineare nella prossima riunione del 30 gennaio quando verranno anche esaminati i conti definitivi del 2013. Altri elementi potranno venire dal closing sull’acquisto del 41,5 per cento di azioni Chrysler annunciato da Fiat e Veba per il 20 agosto. Tra le incognite che peseranno sul giudizio delle agenzie ci saranno, ad esempio, i modi e i luoghi della quotazione in Borsa della nuova società che nascerà dalla fusione tra le due case automobilistiche. Se, com’è probabile, l’Ipo del nuovo gruppo sarà fatta a Wall Street, dal collocamento in Borsa Marchionne potrebbe ottenere il denaro sufficiente a far fronte ai debiti senza ricorrere ad aumenti di capitale nemmeno per la nuova società che nascerà dal matrimonio tra le due sponde dell’Atlantico.
Sui piani del Lingotto per il futuro si terrà giovedì un incontro tra i rappresentanti dell’azienda e una delegazione della Fiom guidata dal segretario nazionale Maurizio Landini. Altri particolari emergeranno probabilmente al Salone dell’Auto di Detroit che aprirà i battenti la prossima settimana. Per il presente invece continuano le difficoltà del mercato europeo che spingono il gruppo a fermare per un giorno (dopo la lunga pausa natalizia) l’attività a Pomigliano. Le linee della Panda rimarranno così chiude il 13 gennaio per sfruttare il ponte che si crea con la festa patronale di San Felice che è il 14 gennaio.
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