Ministri e autisti segreti, i nemici nell’ombra

by Sergio Segio | 13 Gennaio 2014 7:46

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Lo scandalo apre una crisi politica Le rivelazioni del settimanale Closer sulla presunta love story del presidente François Hollande con l’attrice Julie Gayet hanno innescato una sequenza di colpi di scena che stravolgono la dimensione di una vicenda non più riconducibile a una disinvolta scappatella notturna del presidente in scooter. Colpi di scena che investono l’immagine della funzione istituzionale, aprono una questione di sicurezza e protezione del capo dello Stato, scatenano la polemica politica e alimentano sospetti di «soffiate» e «tradimenti» per colpire Hollande, già piuttosto in basso nella considerazione dell’opinione pubblica per la gestione della crisi economica e sociale del Paese.
A questo punto non ha molto senso parlare di violazione della vita privata. Il vaudeville del presidente francese diventa il dramma pubblico di una coppia, disperazione di una donna, questione politica, probabilmente affare di Stato con conseguenze devastanti ancorché imprevedibili. Nonostante l’Eliseo si affanni a contenere l’incontenibile e si prepari a gestire l’ingestibile: la tradizionale conferenza stampa plenaria di domani, nella quale non è difficile immaginare il contenuto delle domande, le raffiche d’insinuazioni, le richieste di chiarimenti.
È una domenica di fuoco quella che si vive all’Eliseo, nelle sedi dei partiti, nei talk show pomeridiani e sui siti web che rilanciano interrogativi inquietanti sulla proprietà del pied-à-terre dell’attrice, pare collegabile a un personaggio della malavita corsa, e sul ruolo presunto del ministro dell’Interno, Manuel Valls. Che cosa sapeva o non poteva non sapere della vita privata di Hollande l’astro nascente del socialismo francese, la personalità della gauche più gradita ai francesi, il responsabile di un dicastero da cui passano o dovrebbero passare molti segreti e dossier? Una domanda che sembra riprodurre, nel cerchio del potere, un film già visto qualche anno fa, quando al centro delle trame c’era Sarkozy, ministro dell’Interno con ambizioni presidenziali, e all’Eliseo sedeva Chirac. E come nel copione di un giallo politico entra in scena, secondo il settimanale Le Point , anche un presunto sicario, l’autista che accompagnava segretamente Hollande dalla Trierweiler quando il candidato presidente tradiva Ségolène Royal e che non avrebbe più trovato un posto al servizio dell’Eliseo.
Fino a ieri mattina, la stampa (anche la più aggressiva nei confronti di Hollande) si era limitata a riferire il pettegolezzo e ad argomentare di diritto alla privacy, registrando un certo consenso — secondo i sondaggi — della sensibilità collettiva dei francesi, più attenti al loro potere d’acquisto che all’alcova presidenziale e più preoccupati per le spese dello staff di servizio della première dame , diventate all’improvviso superflue. Ma ieri tutto è cambiato. L’opposizione gaullista non ha perso l’occasione di menare fendenti sulle conseguenze «disastrose» per l’Eliseo e per l’immagine della Francia.
Alla gestione maldestra del caso, fra silenzi di facciata e imbarazzate invocazioni della privacy, si è inoltre sovrapposto ciò che nulla e nessuno può dirigere e controllare: il fattore umano, ovvero le reazioni emotive di Valérie Trierweiler. Un malore improvviso, si parla di calo di pressione, il ricovero in ospedale, bisogno di riposo e accertamenti. È una donna ferita dall’ufficialità mediatica che ha esaltato dubbi e sospetti sulla fedeltà del presidente da tempo in circolazione, forse ostinatamente negati a sé stessa, come capita a tutti gli amanti traditi. Uno strazio per la bella giornalista che per François Hollande aveva lasciato tutto — famiglia, figli e una solida posizione professionale — e che oggi piange come l’imperatrice Josephine abbandonata da Napoleone. Oggi è a lei che sono dovuti rispetto della privacy e riserbo, essendo in gioco anche il segreto di un bollettino medico. Ma quella del ricovero è d’altra parte la più ufficiale delle notizie, quella che tiene insieme tutte le altre e che sparge sale sulla ferita istituzionale. Ogni apparizione pubblica della première dame , la prima signora non sposata all’Eliseo, apparirà falsa e pasticciata. «È la donna della mia vita», diceva Hollande. Fin troppo facile la battuta del momento sugli avvicendamenti presidenziali nelle camere da letto dell’Eliseo: dopo una cantante, un’attrice.

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