Londra, troppo stress alla City catena di suicidi tra i banchieri

by Sergio Segio | 30 Gennaio 2014 10:13

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LONDRA — I “lupi” della City muoiono di stress. Nella cittadella della finanza londinese, dove la competizione è allo spasimo, gli orari di lavoro sono massacranti, la tensione è pari ai formidabili guadagni, banchieri e broker si suicidano. Non ce la fanno più. Come in “The wolf of Wall street”, il film di Scorsese nei cinema in questi giorni, il miraggio di conquistare tutto rischia di far perdere la cosa più preziosa: la vita stessa. Uno si è buttato dal cinquantesimo piano di un grattacielo di Canary Wharf, la “nuova” City sulle rive del Tamigi, dove si sono trasferite molte banche e società di investimenti. Gabriel Magee, 39 anni, americano, lavorava per la J. P. Morgan come vicepresidente del dipartimento tecnologie. La banca ha diffuso un comunicato esprimendo “profonda tristezza”. Lo stesso giorno la polizia è stata chiamata d’urgenza in una casa di Chelsea, uno dei quartieri più chic di Londra, per l’apparente suicidio di William Broeksmit, 58 anni, anche lui americano, ex-dirigente della Deutsche Bank. In febbraio doveva essere promosso a capo del dipartimento investimenti ad alto rischio, ma è stato scartato perché considerato senza sufficiente esperienza. E la settimana scorsa è deceduto improvvisamente Tim Dickenson, direttore del settore comunicazioni alla banca Swiss Re, ma le cause e le circostanze restano confidenziali.
Tre morti sospette nella City possono essere una coincidenza, oppure il sintomo di un malessere diffuso. L’estate passata un ragazzo 21enne appena laureato, che stava facendo uno stage alla sede londinese della Bank of America, morì alla scrivania in seguito a un attacco di epilessia al termine di una giornata di lavoro di 16 ore. Troppe, secondo molti, ma è noto che le banche pretendono orari stakanovisti dagli stagisti e dai neo-assunti, costretti a lavorare 7 giorni su 7, con straordinari che raddoppiano quello che sarebbe il normale orario. Ma lo stress raggiunge anche i piani alti della banche. L’anno scorso uno dei senior manager della Barclays, Hector Sants, si è dimesso citando sovraffaticamento e tensione. In agosto Pierre Wauthier, capo finanziario del Zurich Insurance Group, si è tolto la vita dopo aver lasciato un biglietto in cui accusava l’amministratore delegato della società di assicurazioni di avere creato un clima di lavoro insopportabile. E l’ad, Josef Ackermann, si è dimesso pochi giorni dopo, accettando la propria responsabilità.
Il Wall Street Journal riporta che alcune banche della City, come Credit Suisse, Merril Lynch e Bank of America, hanno introdotto misure per diminuire il numero dei week-end che i dipendenti più giovani passano sul posto di lavoro. Ma basterà per ridurre lo stress e scongiurare i suicidi nella capitale della finanza mondiale?

 

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