Letta: ora conflitto d’interessi

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ROMA Attende i contributi dei partiti, ma nell’attesa non rimane fermo e manda avanti l’azione di governo. «Sono assolutamente determinato a far ripartire il Paese» avverte il premier replicando a chi come Renzi parla di «fallimenti» dell’esecutivo. Ospite di Lilli Gruber, Letta ha sfoderato ieri sera l’arma della pacatezza e, attento a non polemizzare, ha replicato punto su punto alle stilettate del leader Pd.
In questi mesi «si è fermata la recessione ed è ripartita la crescita» ha sottolinea il premier. «Quarantamila persone hanno trovato lavoro grazie ai nostri incentivi» ha aggiunto. Ma le risposte al leader democratico sono state nel merito anche più forti. «Abbiamo iniziato a governare in una situazione complicatissima ha ricordo La situazione è ancora complicata ma di passi avanti ne abbiamo fatti». E questo a dispetto dei molti a cominciare da Berlusconi che «hanno provato a fare di tutto perché non riuscissimo ad andare avanti». Prima stoccata al Cavaliere che Renzi ha incontrato pochi giorni fa nella sede del Pd. La seconda? Il premier fa capire che oggetto del patto per il 2014 sarà anche il conflitto d’interessi. «Ora, con Berlusconi all’opposizione è più facile intervenire». Anche questa una frecciata indiretta a Renzi a ben vedere. «Anche il leader Pd ha lavorato per mettere in difficoltà il governo», chiede Lilli Gruber? «Oggi ha confermato, e io mi fido dei suoi impegni pubblici, l’impegno a lavorare insieme in questo anno», replica Letta.
Da buon incassatore qual è il premier sdrammatizza anche lo slittamento al patto di maggioranza imposto da Renzi. «Io non ho sempre taciuto» di fronte agli attacchi, ricorda, «è che valuto, agisco, faccio ciò che è necessario. Penso che ognuno deve fare bene il suo ruolo e io cerco di interpretarlo al meglio». E se «tutti hanno capito che abbiamo due caratteri diversi», aggiunge, «io lavorerò per indirizzare in positivo la grande forza di Renzi e per evitare polemiche e diatribe».
Il patto di governo, quindi. I tempi per siglarlo non saranno quelli che il premier aveva promesso, ma la parola d’ordine è non alzare i toni della polemica con il Pd mantenendo i nervi saldi. Lo slittamento determinato da Renzi? «Il programma c’è ed è quello illustrato alle Camere in occasione del voto di fiducia spiegano i collaboratori di Letta Il presidente del Consiglio può mandare avanti il lavoro ugualmente, in attesa che i partiti facciano decollare la legge elettorale e si determini il clima giusto per passare alla fase due dell’esecutivo».
A quel rilancio, cioè, che comprende, oltre alle scelte programmatiche, un restyling del governo. «La squadra funziona bene, ma si può migliorare», ha ammesso ieri Letta. Il possibile rimpasto non dovrebbe spingersi fino alla nascita di un Letta bis con dimissioni e nuovo incarico da parte del presidente della Repubblica. E della nuova compagine potranno far parte anche ministri renziani perché ricorda il premier da quando è nato il governo sono cambiate molte cose: il segretario Pd non è più Bersani, Scelta civica si è divisa in due, Berlusconi è passato all’opposizione. Nella composizione dell’esecutivo bisognerà prenderne atto.
Il premier, intanto, illustrerà a grandi linee a Bruxelles il lavoro fatto in queste settimane per definire Impegno 2014 in raccordo con i ministri interessati e con tutte le forze politiche di maggioranza. Certo non potrà mostrare alla Commissione Ue un accordo già sottoscritto e suggellato da un passaggio parlamentare anche se la «piattaforma è pronta».
La settimana prossima l’Aula della Camera dovrebbe discutere e approvare la riforma elettorale. E questo dovrebbe contribuire a migliorare il clima arroventato di questi giorni e rimettere al centro il patto. «Se c’è un accordo largo, alcuni aspetti della proposta di legge elettorale si possono modificare», sottolinea il premier che apre alle preferenze. «Bisogna che i cittadini si sentano più partecipi nella scelta dei parlamentari», afferma Letta. Che si mostra ottimista sulla possibilità che la riforma giunga in porto. Lo stop imposto da Renzi al Patto di maggioranza? Renzi teme che l’esecutivo possa precipitare in un limbo negativo d’immagine. E anche per dare il segnale inverso sarà importante il Consiglio dei ministri di oggi con le misure anticipate ieri da Saccomanni. Un’ occasione anche per difendere con forza il ministro dell’Economia.
E’ come se Letta volesse confermare che l’esecutivo ha una rotta e la segue senza attendere il calendario fissato dai partiti. Quello del Pd, in questo caso, che ha fissato per la prossima settimana le riunioni dei suoi gruppi dirigenti. Alla direzione del Pd» sul programma di governo «parteciperò anche io» annuncia Letta. Ancora. Gli screzi con Renzi? «Normale dialettica politica». «La fatica» vera è quella di dover «affrontare i problemi drammatici di un paese che ho preso in una situazione complicatissima». Il leader del Pd dopo di lui ha Palazzo Chigi? «L’ha smentito Renzi stesso» taglia corto il premier.


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