Laura Boldrini nell’inferno di Gaza

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«Scri­verò una let­tera al mini­stro degli esteri (Bonino) per infor­marla di quanto ho visto e per atti­vare l’attenzione sugli ambiti più cri­tici». E’ la pro­messa che ha fatto la pre­si­dente della camera Laura Bol­drini, in visita ieri nella Stri­scia di Gaza, in rispo­sta a una richie­sta di Mas­simo Anni­bale Rossi, respon­sa­bile dell’Ong “Vento di terra”, per un inter­vento con­creto a soste­gno di Gaza nel pieno di un’emergenza con­se­guenza del blocco impo­sto da Israele e dall’Egitto e resa più grave il mese scorso dagli alla­ga­menti pro­vo­cati da piogge tor­ren­ziali. «Sono sicura che il mini­stro degli esteri sia già al cor­rente di tutto que­sto e non ha biso­gno della mia let­tera, ma ritengo sia dove­roso da parte mia» ha aggiunto Bol­drini. L’arrivo della pre­si­dente della camera a Gaza è avve­nuto poche ore dopo i raid aerei israe­liani che hanno preso di mira il nord della Stri­scia (cin­que feriti) e i lanci di alcuni razzi pale­sti­nesi in dire­zione di Ash­qe­lon, abbat­tuti dal sistema anti­mis­sile Iron Dome.

Dopo la visita in Israele, mar­tedì e mer­co­ledì, dove ha espresso soste­gno alla coo­pe­ra­zione eco­no­mica e scien­ti­fica tra Ita­lia e Stato ebraico, Bol­drini ha voluto visi­tare a Gaza, in evi­dente discon­ti­nuità con la linea man­te­nuta negli ultimi anni dai rap­pre­sen­tanti delle isti­tu­zioni ita­liane. E’ per­ciò entrata a diretto con­tatto con una realtà dram­ma­tica e com­plessa che nel nostro paese è lar­ga­mente igno­rata dai mezzi di comu­ni­ca­zione. La tappa all’asilo costruito con mate­riali inno­va­tivi e bio­com­pa­ti­bili da “Vento di Terra” e gestito dall’Unrwa nella loca­lità beduina di Um Nas­ser, è ser­vita alla pre­si­dente per incon­trare una realtà di lavoro e di impe­gno a favore dell’infanzia pale­sti­nese che vede le donne sem­pre più pro­ta­go­ni­ste. Attra­verso Mas­simo Anni­bale Rossi e altri rap­pre­sen­tanti della coo­pe­ra­zione, ha potuto avere un qua­dro della situa­zione nella Stri­scia. «L’operazione israe­liana Pila­stro di Difesa (novem­bre 2012) e gli svi­luppi suces­sivi hanno esa­spe­rato una situa­zione che da anni costringe la popo­la­zione civile di Gaza a sop­por­tare il peso del per­du­rare del con­flitto», ha spie­gato Salvo Maran­ve­tano della ong Ciss di Palermo. «A cin­que anni dall’Operazione Piombo Fuso – ha aggiunto Mara­ven­tano — la situa­zione com­ples­siva della Stri­scia rimane estre­ma­mente pre­ca­ria. A fronte di un tasso di disoc­cu­pa­zione che si atte­sta intorno al 31% tra la popo­la­zione gene­rale, supe­rando il 41% tra i gio­vani, della limi­ta­tis­sima espan­sione della base pro­dut­tiva e della dimi­nu­zione dei salari, l’economia dei ter­ri­tori pale­sti­nesi occu­pati è ormai gui­data dagli aiuti dei dona­tori. L’accesso a risorse indi­spen­sa­bili come l’acqua pota­bile, gas, ener­gia elet­trica è estre­ma­mente limi­tato per tutta la popo­la­zione della Stri­scia di Gaza». Il coo­pe­rante, illu­strando il lavoro della sua e delle altre ong ita­liane impe­gnate a Gaza, ha poi sot­to­li­neato che ogni giorno circa 80 milioni di litri di acque reflue non trat­tate fini­scono in mare e che le infil­tra­zioni di liquami nelle falde aumen­tano il tasso di nitrati nell’acqua con grave rischio per la popolazione.

Il suo col­lega Adriano Lostia, di Edu­cAid, da parte sua ha rife­rito dei pro­getti della sua ong a favore delle donne disa­bili e sot­to­li­neato come la que­stione della disa­bi­lità a Gaza — con­se­guenza anche di attac­chi ed ope­ra­zioni mili­tari — rimane un pro­blema di pri­ma­ria impor­tanza nella Stri­scia sotto assedio.

Bol­drini ha ascol­tato e anno­tato i dati rife­riti dai coo­pe­ranti e ha espresso apprez­za­mento per il lavoro dell’ong e delle agen­zie inter­na­zio­nali impe­gnate a Gaza. Ha chie­sto con insi­stenza che i coo­pe­ranti ita­liani diven­tino anche dei dif­fu­sori di infor­ma­zioni su quanto accade nei Ter­ri­tori occu­pati per ren­dere gli ita­liani più con­sa­pe­voli della situa­zione. Accom­pa­gnata dal Com­mis­sa­rio gene­rale dell’Unrwa (Onu) Filippo Grandi ha poi visi­tato una scuola media infe­riore nel campo pro­fu­ghi di Shate (Gaza city). Dai fun­zio­nari delle Nazioni Unite Bol­drini ha avuto dati aggior­nati sulle con­se­guenze del blocco israe­liano per l’economia di Gaza. Quindi ha incon­trato alcune stu­den­tesse e impren­di­trici locali. Grandi ha colto l’occasione per ricor­dare che «il blocco (israe­liano ed egiziano,ndr) è ille­gale dal punto di vista inter­na­zio­nale e col­pi­sce la popo­la­zione civile. La pre­si­dente ha insi­stito molto sullo “svi­luppo” come via per risol­vere gli enormi pro­blemi eco­no­mici della Stri­scia e per creare un clima più favo­re­vole a una solu­zione nego­ziata del con­flitto israelo-palestinese


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