L’agenda di Renzi e il governo Pressing sui tempi

by Sergio Segio | 13 Gennaio 2014 7:22

Loading

ROMA — I renziani di stretta osservanza ora dicono di fidarsi del presidente del Consiglio a patto, però, che l’inquilino di Palazzo Chigi, loro compagno di partito, faccia rigare dritto i suoi ministri. Insomma, di fiducia condizionata si tratta e non poteva essere altrimenti.
Dopo la ruvida carezza assestata dal segretario del Pd sulle guance del capo del governo («Renzi: Letta non si fida di me però sbaglia», dall’intervista pubblicata ieri dal Corriere ), arrivano le spiegazioni dei più stretti collaboratori del sindaco di Firenze. E si capisce che la tregua tra i due cavalli di razza del Pd è più che mai armata alla vigilia di un appuntamento cruciale, visto che da oggi pomeriggio la Corte costituzionale inizia a discutere le motivazioni della sentenza con cui il 3 dicembre scorso ha azzerato la legge elettorale.
Ecco dunque la voce di Davide Faraone che più di altri interpreta il pensiero del segretario del Pd: «Io credo che Letta debba fidarsi di Renzi perché tutti e due dicono di voler andare nella stessa direzione». Poi però il deputato siciliano puntualizza: «Ci sono due approcci differenti ma questi possono essere mediati nel patto di governo. Noi dobbiamo dettare un’agenda nuova e su questo non credo ci siano problemi per trovare sinergie e sintesi. Il rimpasto non è indispensabile, noi non l’abbiamo mai posto come argomento: il cambio della squadra è una questione che deve riguardare il presidente del Consiglio…». Segue l’avvertimento affidato a Faraone: «Il tema sono i contenuti …Verificheremo se ci sono ministri che hanno dimostrato di essere all’altezza oppure no, ma questa è una valutazione che deve essere in capo al presidente Letta. Noi ci fidiamo di lui…».
Dunque se Renzi dice che Letta non si fida di lui sottintende anche che la sua fiducia nei confronti del capo dell’esecutivo potrebbe essere condizionata. E la verifica va fatta in fretta perché, ricorda il sindaco di Firenze nell’intervista di Aldo Cazzullo, «i prossimi 15 giorni saranno decisivi». Eppure tra i renziani della segreteria insediata la Nazareno c’è anche Maria Elena Boschi, giovane avvocato di Arezzo responsabile per le riforme, che propone una lettura più edulcorata della grande incomprensione ai vertici del Pd: «Non sono convinta che Letta non si fidi davvero di Renzi. Penso si siano chiariti soprattutto sulle cose da fare».
Negli altri partiti di maggioranza che sostengono il governo Letta, invece, l’affondo di Renzi non è piaciuto. «Matteo Renzi si fidi del governo che è anche suo, oppure lo faccia suo», azzarda il segretario di Scelta civica Stefania Giannini. Il fondatore di Sc, Mario Monti, auspica comunque che il governo vada avanti fino al 2018, cioè «fino al termine naturale della legislatura» ma esclude, in caso di rimpasto, che ci sia una sua disponibilità a rifare il ministro dell’Economia: «E’ un miraggio, non sarei disponibile né per l’Economia né per altre posizioni. Sono convinto che Saccomanni sia la migliore soluzione possibile». Monti invece conferma di essere disponibile a ricoprire «posizioni di responsabilità nella Ue, ove se ne creassero le condizioni».
Ad ascoltare le voci dell’opposizione Renzi è andato ben oltre l’avvertimento al premier: «Il governo è nel caos e Renzi lo ha di fatto licenziato», attacca Maurizio Gasparri (FI). Ma c’è anche Beppe Grillo che dice la sua sui tratti in comune tra il Cavaliere e il sindaco di Firenze: «Renzi è un ammiratore del Cavaliere. Berlusconi è stato riverginato da Renzie che lo considera il principale interlocutore per la nuova legge elettorale. L’inciucio non è mai finito…».

Post Views: 164

Source URL: https://www.dirittiglobali.it/2014/01/lagenda-di-renzi-e-il-governo-pressing-sui-tempi/