I nove mesi difficili di Nicolas Maduro, pugno chiuso e mano tesa alla pacificazione

by Sergio Segio | 17 Gennaio 2014 11:14

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A pugno chiuso ma con l’altra mano tesa: all’opposizione dispo­sta al dia­logo, e anche agli Stati uniti, se accet­tano un con­fronto tra pari. Con que­sto spi­rito, Nico­las Maduro ha pre­sen­tato al par­la­mento il suo primo ren­di­conto da pre­si­dente. Un atto costi­tu­zio­nale con­tem­plato dall’articolo 237 della Carta magna, appro­vata nel 1999. Pre­vede che il pre­si­dente illu­stri ogni anno all’Assemblea gli aspetti poli­tici, eco­no­mici, sociali e ammi­ni­stra­tivi della sua gestione. Il 15 gen­naio del 2013, Maduro fece il suo primo ren­di­conto, ma da vice­pre­si­dente e impiegò circa venti minuti. Allora stava eser­ci­tando fun­zioni di sup­plenza nei momenti più dif­fi­cili della malat­tia di Chá­vez, ope­rato a Cuba per la quarta volta del tumore che lo ucci­derà, il 5 marzo.
Ieri, l’ex auti­sta del metro di for­ma­zione mar­xi­sta ha pre­sen­tato il bilan­cio del suo primo anno di governo, durante il quale ha eser­ci­tato per 9 mesi la fun­zione di capo di stato. Un periodo dif­fi­cile, ini­ziato all’indomani della sua risi­cata vit­to­ria nei con­fronti del can­di­dato della destra Hen­ri­que Capri­les Radon­ski. Accolto da una schiera di ban­diere rosse e dagli arti­sti ospi­tati in par­la­mento, Maduro ha stretto la mano ai depu­tati di oppo­si­zione, pre­pa­ran­dosi al fuoco di fila delle domande. «Que­sto 2014 dev’essere il cen­tro della paci­fi­ca­zione sociale», ha detto rife­ren­dosi soprat­tutto al pro­blema dell’insicurezza, tor­nato in prima pagina dopo il duplice omi­ci­dio dell’ex Miss Monica Spear e di suo marito. Su que­sto tema, però, si è resa con­creta la prima prova di dia­logo con i sin­daci e i gover­na­tori di oppo­si­zione. Maduro li aveva invi­tati a una riu­nione subito dopo la con­si­stente vit­to­ria cha­vi­sta alle comu­nali dell’8 dicem­bre, ma ha anti­ci­pato la riu­nione dopo il duplice assas­si­nio.
Quanto agli attac­chi dell’«ultradestra e dell’ultrasinistra» ha riba­dito di essere un «socia­li­sta impe­gnato nella rivo­lu­zione», deciso ad appro­fon­dire le linee stra­te­gi­che trac­ciate dal suo pre­de­ces­sore: quelle con­te­nute nel Plan de la Patria, già appro­vato dal par­la­mento. Una «carta di navi­ga­zione» che guida le deci­sioni eco­no­mi­che e poli­ti­che sul piano interno e inter­na­zio­nale. Il 2014 è ini­ziato con l’aumento del 59% del sala­rio minimo, che ora è di 3.270 boli­var. Alla fine del 2012 lo stato ha inve­stito il 64,1% della ren­dita petro­li­fera per dare con­ti­nuità ai grandi pro­getti sociali che hanno ulte­rior­mente ele­vato il livello di vita delle classi popo­lari e hanno por­tato il Vene­zuela a essere il primo paese al mondo per numero di matri­cole uni­ver­si­ta­rie.
Sul piano inter­na­zio­nale, nel 2014 si festeg­giano i dieci anni dell’Alba, l’Alleanza boli­via­riana per i popoli della nostra Ame­rica ideata da Cuba e Vene­zuela in oppo­si­zione all’Accordo di libero com­mer­cio per le Ame­ri­che, di stampo neo­li­be­ri­sta. Il Vene­zuela avrà anche la pre­si­denza pro­tem­pore del Mer­co­sur e nella pros­sima riu­nione — ha annun­ciato Maduro — fir­merà un docu­mento per la costru­zione di una grande Zona eco­no­mica Alba-Petrocaribe-Mercosur.
Non ci sarà sva­lu­ta­zione del boli­var, nono­stante la spe­cu­la­zione e il mer­cato paral­lelo del dol­laro. Ver­ranno però rivi­sti tutti i mec­ca­ni­smi di accesso alle divise per age­vo­lare gli inve­sti­menti ma anche per evi­tare i colpi bassi delle «imprese fan­ta­sma» che rice­vono dol­lari a tasso age­vo­lato e poi non pro­du­cono oppure riven­dono al mer­cato nero. In que­sti giorni si è sco­perto che nei grandi media si riven­deva così per­sino la carta, e altret­tanto face­vano alcune com­pa­gnie aeree con i biglietti. «Alla «guerra eco­no­mica» dei poteri forti si con­ti­nuerà a far fronte ina­sprendo i con­trolli e facendo appli­care le leggi. Il gua­da­gno mas­simo per tutte le atti­vità com­mer­ciali non potrà supe­rare il 30%. L’invito rivolto agli impren­di­tori one­sti a inve­stire nel paese col cam­bio age­vo­lato è stato accolto con tie­pido favore dal pre­si­dente della Con­fin­du­stria locale, men­tre gli oltran­zi­sti di Pri­mero Justi­cia hanno respinto tutto al mittente.

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