Gli investimenti nelle fabbriche in Italia Il settimo posto nella classifica mondiale

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La sottoscrizione dell’accordo con Veba segna per Fiat un nuovo capitolo industriale della sua storia. Capitolo destinato ad accelerare la crescita. Sergio Marchionne ieri ha sottolineato come « ora possiamo realizzare la nostra visione per divenire un costruttore di auto globale, con un bagaglio di esperienze e di competenze unico al mondo, un gruppo solido e aperto che garantisce un ambiente di lavoro stimolante e gratificante».
Il gruppo Fiat/Chrysler, nella top ten del Global Insight, è posizionato attualmente al settimo posto, quando Fiat Auto, dieci anni fa, era classificata al decimo. Tenendo presente che i costruttori sono ormai consolidati in strutture sempre più estese: la Cina è divenuta il primo mercato del mondo con i 20milioni di pezzi immatricolati ogni anno, le joint venture, in continua espansione tra le case automobilistiche, hanno assunto una distribuzione geografica variegata, con modalità e pesi profondamente differenti. La Fiat stessa ha cambiato totalmente pelle: questo accordo prevede che Chrysler versi ai due soci – Fiat e Veba – 1,9 miliardi di dollari, un’erogazione straordinaria che, a sua volta, permetterà a Fiat, di corrispondere a Veba 1,75 miliardi. In questo modo non sono state intaccate le risorse necessarie per il piano di investimenti che coinvolgerà tutti gli stabilimenti, anche quelli italiani, per rilanciare i marchi, compreso Alfa Romeo.
Da 44 mesi consecutivi Chrysler continua la sua crescita di vendite, lo scorso novembre ha segnato il momento più alto della sua marcia, con le quattro divisioni – Chrysler, Jeep, Dodge e Ram – ha realizzato risultati migliori dei suoi concorrenti, trainati dai suv ( Grand Cherokee e Cherokee) e dai pick up ( Ram HD), tipologia di auto che ha rappresentato, nel 2012, più del 42% delle vendite in Usa. Il prossimo aprile Sergio Marchionne illustrerà la cadenza delle nuove uscite, con l’assegnazione dei prodotti ai singoli impianti. La strategia sarà l’evoluzione di quella adottata con la famiglia 500 e con il brand Maserati, ossia posizionarsi su livelli che superano il «premium» e rientrano nella fascia «lusso». Da Melfi si sa già che verranno prodotti tre suv, uno con il marchio Jeep e due con il marchio Fiat.
La casa del Tridente sta confermando con 30mila ordini acquisiti in un anno -grazie alla Quattroporte e alla Ghibli- che il percorso intrapreso è vincente. Basti ricordare che Maserati nel 2012 aveva venduto 6.288 unità. E conta, forte di questi risultati, di immatricolarne 50mila entro il 2015. Un dinamismo che permette di ottenere alti profitti e di assicurare lavoro ai siti italiani, favorendo la successiva esportazione. Un successo a cui hanno contribuito molteplici convergenze, per esempio, Ghibli utilizza degli elementi della piattaforma della Chrysler 300, ha inaugurato la stagione dei motori diesel da 275 cavalli costruiti, in Italia, dalla VM, nella fabbrica di Cento, la trazione integrale proviene dall’esperienza di Jeep. L’incontro di culture e tecnologie distanti tra loro, hanno generato un auto definita dalla stampa francese «coup de coeur de l’année 2013».
Bianca Carretto


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Carmine è un operaio della Fiat, lavorava a Pomigliano d’Arco, catena di montaggio. Ma a Pomigliano sono anni che si lavora a singhiozzo o non si lavora proprio. Quando ha ricevuto la lettera spedita dall’azienda per annunciargli il licenziamento e comunicargli che sarebbe rimasto a casa in cassa integrazione per due anni, e dopo dio solo sa che ne sarebbe stato di lui, ha preso una lama ed è andato in bagno con l’intenzione di suicidarsi. C’è quasi riuscito.

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